Nell’intricato tema della giustizia, che da tempo è al centro delle discussioni tra le forze politiche, sta per aggiungersi un importante capitolo che riguarda i sequestri dei cellulari e dei pc all’interno delle inchieste giudiziarie. Sulla scia della stretta alle intercettazioni fortemente voluta dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, e che punta ad un divieto della pubblicazione del contenuto per alcune fattispecie specifiche, Giulia Bongiorno (in quota Lega, ma anche presidente della Commissione Giustizia in Senato) e Pierantonio Zanettin (Forze Italia), hanno presentato in Senato una loro proposta sui sequestri. Si tratterebbe dell’introduzione di un articolo ad hoc all’interno del Codice di procedura penale, che fornisce all’indagato e alle persone coinvolte “garanzie al pari delle intercettazioni“.
Giustizia: la proposta di Bongiorno e Zanettin per i sequestri
Insomma, l’idea su cui si baserà il nuovo sistema giustizia è chiara, fornire all’indagato e a tutte le persone coinvolte (o potenzialmente tali) alcune garanzie fondamentali tanto per le intercettazioni, quando per i sequestri di cellulari e pc. Secondo la proposta di Bongiorno e Zanettin, il pilastro del testo è limitare la selezione dei contenuti dei dispositivi che “dovrebbe essere assistita da un contraddittorio tra le parti per decidere cosa sia rilevante a fini processuali, anche in relazione alla conservazione dei dati nell’archivio digitale delle intercettazioni”.
Complessivamente, se il testo sulla giustizia venisse votato favorevolmente, il giudice quando disporrà i sequestri di cellulari e pc dovrà indicare “le ragioni che [lo] rendono necessario, in relazione al nesso di pertinenza fra il bene appreso e l’oggetto delle indagini”, specificando anche “le operazioni tecniche da svolgere sullo smartphone e i criteri che verranno utilizzati per selezionare, nel rispetto del principio di proporzione, i soli dati effettivamente necessari per il prosieguo delle indagini”. Nel caso in cui vi sia motivata ragione per supporre che il contenuto di cellulari e pc sequestrati venga alterato, il giudice potrà “impartirne le prescrizioni necessarie” assicurandone la conservazione ed impedendo “a chiunque l’analisi e l’esame sino all’espletamento”, oltre a garantirne l’immodificabilità”.