Henry Orenstein morto: addio al papà dei Transformers. L'uomo aveva 98 anni e da giovane era sopravvissuto all'Olocausto. Gli ultimi anni dedicati al poker
La sua intuizione commerciale si rivelò fondamentale per le sue sorti: Orenstein diede vita alla De Luxe Premium, che poi divenne Topper Corporation, azienda impegnata nella produzione di giocattoli e che creò alcuni giochi divenuti iconici dall’altra parte dell’Atlantico, come la pistola giocattolo Johnny Seven One Man Army, i robot Ding-A-Ling e non solo. Tuttavia, la crisi degli anni Settanta lo spinse sull’orlo della bancarotta e decise quindi di rassegnare le dimissioni da presidente della Topper Corporation.
HENRY ORENSTEIN È MORTO: ADDIO AL “PAPÀ” DEI TRANSFORMERS
Era l’alba degli anni Ottanta quando Henry Orenstein, alla fiera del giocattolo di Manhattan, vide una piccola automobile giapponese che si trasformava in aeroplano. Fu quella l’ispirazione all’origine dei Transformers, piccoli robot capaci di trasformarsi in veicoli o animali, per i quali arrivò alla sottoscrizione di un accordo con il colosso Hasbro e la società nipponica Takara.
Oltre ai giocattoli, tuttavia, la vita dell’uomo fu segnata prepotentemente dal poker, disciplina di cui divenne giocatore su consiglio della moglie. Anche lì, però, il suo estro creativo non smise di partorire idee: per sei mesi, come ricorda il “Corriere della Sera”, lavorò a un tavolo con “telecamere in miniatura e ritagli nel tavolo con vetri antiriflesso per mostrare agli spettatori anche le carte coperte, oltre a quelle scoperte. L’idea viene brevettata nel 1995 e qualche anno dopo viene sfruttata da Discovery Channel per il suo programma World Poker Tour”.