L'udienza di Papa Leone XIV con il Presidente di Israele Herzog in Vaticano: cosa si sono detti su pace, comunità cristiane e futuro del popolo palestinese
L’UDIENZA DEL PAPA CON IL PRESIDENTE DI ISRAELE NEL PIENO DELLA GUERRA A GAZA: L’IMPEGNO DI HERZOG
A livello diplomatico, e non solo, era molto attesa l’udienza di Papa Leone XIV con il Presidente di Israele Isaac Herzog, la prima dall’elezione al Soglio Pontificio del leader israeliano: nel pieno della guerra a Gaza City con l’occupazione rincorsa dall’esercito di Tel Aviv per chiudere nella morsa Hamas, con una comunità internazionale però nettamente schierata con la causa palestinese per le condizioni di fame e morte della popolazione civile presente ancora all’interno della Striscia di Gaza.
Il tutto appena pochi giorni la dichiarazione dei due Patriarchi di Terra Santa (il cardinale Pizzaballa per i cattolici “latini”, Teofilo III per i greco-ortodossi) che hanno confermato l’intenzione di voler rimanere dentro Gaza nonostante l’ordine di evacuazione intimato dall’IDF del Governo Netanyahu. Toni cortesi, lunga chiacchierata e udienza rimasta privata per la maggior parte del tempo: questo emerge dai primi resoconti sull’incontro avvenuto stamattina in Vaticano tra Papa Leone XIV e il Presidente Herzog, certamente l’ala più moderata e istituzionale dello Stato Ebraico ma pur sempre rappresentante politico di uno Stato in questo momento preso di mira a livello internazionale da quasi tutti.
A sorprendere sono le parole di Herzog che in qualche modo raccontano molto meno dei temi svelati poi dal comunicato ufficiale della Sala Stampa in Vaticano, come a voler dimostrare che il confronto è stato piuttosto acceso e “vispo” rispetto a quanto riportato dal Presidente dello Stato di Israele il quale ha voluto però subito chiarire che vi sarà sempre «piena garanzia e sicurezza per tutte le comunità cristiane in Terra Santa». Herzog ringrazia di cuore il Pontefice per l’accoglienza e per l’apertura ad insistere con gli attori principali in Medio Oriente nel far restituire tutti gli ostaggi tenuti in prigionia dai terroristi assassini di Hamas.
LE RICHIESTE DI ISRAELE ALLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE
Nel comunicato diffuso dal Presidente di Israele, viene richiesto in primo luogo che la restituzione degli ostaggi avvenga quanto prima, come primo fondamentale step per «l’intero futuro migliore nella Striscia». A seguire, il leader Herzog afferma come l’intero Stato di Israele «anela ad una pace completa in Medio Oriente con tutti i popoli Figli di Abramo», comprendendo dunque ebrei, musulmani e cristiani.
Un vivere in pace che passa espressamente dalla libertà religiosa tollerata e garantita in ogni angolo di Israele e, si spera, nel resto del Medio Oriente: chiunque lavora per la pace e la stabilità è ben accetto nella comunità della Terra Santa, in particolare la presenza cristiana a cui viene garantita l’intera «sicurezza e benessere, garantendo la piena libertà religiosa». Herzog ha poi riconosciuto l’ispirazione e la leadership di Papa Leone XIV nella promozione della pace fraterna contro ogni tipo di odio e violenza, «continueremo a collaborare per un futuro di compassione e giustizia», ha scritto poi su X il Presidente israeliano sottolineando come lo Stato Ebraico ancora oggi «anella alla pace».
IL COMUNICATO DEL VATICANO BEN PIÙ “RICCO” DEL RESOCONTO DI ISRAELE: ECCO COSA HA DETTO PAPA LEONE XIV
Decisamente più ricco di passaggi anche piuttosto netti è invece il comunicato diffuso dalla Segreteria di Stato del Cardinale Parolin, incontrando da Herzog appena prima e dopo l’udienza con Papa Leone XIV. Dopo il ringraziamento per la visita presso la Santa Sede, il Pontefice mette subito in evidenza la discussione circa la situazione politica del Medio Oriente e in particolare la «tragica situazione di Gaza». Qui la Chiesa di Cristo auspica una vera e pronta «ripresa dei negoziati», con qualche piccola speranza rappresentata dalle ultime dichiarazioni dei Ministri del Governo Netanyahu e dalla stessa delegazione di Hamas in Qatar.
Papa Prevost punta alla ripresa dei negoziati tra le parti, chiedendo «decisioni coraggiose» ma soprattutto auspicando l’intervento della comunità internazionale per mediare gli scenari in campo: il Santo Padre chiede con urgenza che si possa raggiungere un cessate il fuoco, invitando Hamas a liberare quanto prima tutti gli ostaggi ancora in mano dopo il 7 ottobre 2025. L’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia e il rispetto del diritto di ogni persona viene poi evidenziato nel comunicato, parlando ancora dell’aspirazione ad avere in Medio Oriente due popoli in due stati.
Papa Leone XIV ha poi chiesto formalmente al Presidente Herzog di garantire un vero futuro al popolo palestinese per poter così costruire una vera pace e stabilità anche nel resto della Regione, ovvero fuori dalla Striscia di Gaza: i due Stati di Palestina e Israele sono l’unica vera soluzione per uscire dalla guerra, conclude il Vaticano che non nasconde il riferimento fatto durante l’udienza sulla situazione in Cisgiordania (con le annessioni dei coloni, ndr) e sulla difficile complessità legata alla gestione della città di Gerusalemme.
Dopo lo scontro nelle scorse settimane per il raid israeliano contro la chiesa della Sacra Famiglia all’interno della Striscia di Gaza, il Pontefice non ha omesso il problema cardine dei rapporti tra la comunità cristiana in Medio Oriente e in particolare nei territori con presenza israeliana, evidenziando invece lo sviluppo umano e sociale che una presenza cristiana può garantire all’intera area da decenni in costante subbuglio.