Brutte notizie per coloro che dal primo gennaio 2014 vorranno acquistare uno smartphone, un tablet o un qualsiasi dispositivo munito di memoria interna. La Siae (Società Italiana Autori ed Editori) ha chiesto al governo di inserire all’interno della Legge di Stabilità un emendamento per prevedere la modifica del sistema di calcolo del cosiddetto equo compenso, un tributo introdotto per recuperare quanto andato in fumo a causa della pirateria tra film, musica e quant’altro. Dal prossimo anno, questa decisione potrebbe quindi far lievitare i prezzi dei prodotti tecnologici, e i fondi raccolti (stimati tra i 130 e i 200 milioni di euro) verranno utilizzati per sostenere “nuovi talenti nei campi della musica, del cinema, del teatro e della letteratura”, come ha fatto sapere uno dei firmatari dell’emendamento, Francesco Ribaudo del Pd. Il provvedimento non convince però l’Associazione Nazionale Industrie Informatica (Anitec): “Dobbiamo subito ribadire che nuovi aggiuntivi balzelli non farebbero che penalizzare ulteriormente l’innovazione tecnologica”, ha detto Cristiano Radaelli, il presidente dell’associazione, secondo cui “questa richiesta si trasformerebbe, di fatto, in un costo aggiuntivo che graverebbe sui consumatori e sulle famiglie, generando il concreto rischio di allargare il digital divide italiano”. Secondo alcuni, il provvedimento potrebbe tradursi in un rincaro pari a circa cinque euro per ogni dispositivo, e arrivare a sei euro per pc e tablet.