Hotel vietati ai bambini, cresce sempre di più la tendenza che favorisce le strutture "no child": ma è legale? Ecco cosa stabilisce la normativa.
”Child free”, “no kids”, questi sono i termini più in uso in diverse parti del mondo per indicare tutte quelle strutture ricettive, in particolare gli hotel dove i bambini non sono graditi. Una tendenza che negli ultimi anni è diventata sempre più comune e che piace ad una vasta categoria di viaggiatori, che sono alla ricerca di relax e riposo e vogliono godere di tutti i servizi offerti dall’albergo.
Non a caso la presenza di bambini potrebbe pregiudicare il soggiorno visto che solitamente dove sono presenti non mancano schiamazzi e rumori, non a tutti graditi. I primi hotel no klds sono comparsi negli Stati Uniti nel 2014 e da quel momento hanno avuto un ascesa non indifferente in tutto il mondo, tanto da attivare gli addetti ai lavori ad impegnarsi a trasformare le varie strutture in soggiorni riservati solo a chi preferisce non avere intorno bambini.
Oggi la pratica ha trovato strada anche in Italia, meta solitamente molto frequentata anche da famiglie. Eppure negli ultimi anni il numero di alberghi dove è vietata la presenza di bambini è cresciuto vertiginosamente e per molti è un fenomeno da non sottovalutare che crea diverse preoccupazioni e invita alla riflessione. Insomma gli hotel “adults only”, dove si entra a partire dai 14 o i 16 anni sono oggi una realtà: ma sono legali? E’ possibile vietare l’ingresso ai bambini?
Gli hotel no kids son legali? Cosa dice la legge
Il presidenteUNCMassimiliano Dona sostiene che si possono realizzare strutture adatte agli adulti, ma altra cosa è vietare l’ingresso. A disciplinare la situazione il TULPS, ossia Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza che rivela in che modo deve essere affrontata la cosa: “Salvo quanto dispongono gli articoli 689 e 691 del Codice penale, gli esercenti non possono, senza un legittimo motivo, rifiutare le prestazioni del proprio esercizio a chi le domandi e ne paghi il prezzo.”

Il che significa che l’ingresso in una struttura non può essere vietato per nessuna ragione. Il testo parla di “legittimo motivo” che deve essere configurato in alcune fattispecie: “…quando c’è un interesse pubblico da tutelare, per esempio l’ordine pubblico o la quiete.” Ovviamente il legittimo motivo non può mai essere legato ad una questione anagrafica, il che ne consegue che il divieto ai bambini in luoghi pubblici come hotel, bar, ristoranti, non può essere vietato.
Ingresso ai bambini vietato? Ecco cosa fare
Se non c’è un legittimo motivo l’ingresso ai bambini in esercizi pubblici è consentito e se la legge non viene rispettata si può ricorrere all’intervento delle forze dell’ordine che accerteranno la situazione. Alberghi, bar, ristoranti sono esercizi pubblici che erogano dei servizi e per questo non possono avere nessun pregiudizio nei confronti di chi si rivolge a loro, salvo ovviamente le norme di legge.
Se il titolare viola la normativa e impedisce l’ingresso ai bambini può essere accusato d’illecito amministrativo e condannato a pagare una multa che dai 516 ai 3098 euro: un ammontare non indifferente che sarà stabilito dall’apposito organo competente.
