Continua a crescere l'energia elettrica prodotta da fotovoltaico e a livello europeo è stato raggiunto un importante traguardo a giugno
Il fotovoltaico esce dalla fase dell’adolescenza. Non è più, come qualche anno fa, quel mercato un po’ chiassoso e impertinente, ma tutto sommato così piccolo da risultare irrilevante nel mix energetico italiano. Negli ultimi anni l’accelerazione è stata talmente forte da aver portato la fonte solare a giocare un ruolo di primo piano delle principali piazze occidentali, Italia compresa.
Qualche numero? A metà lugli oin Italia il fotovoltaico ha raggiunto il traguardo dei 2 milioni di impianti installati. E per una di quelle strane e curiose coincidenze che ogni tanto capitano, proprio negli stessi giorni è stato raggiunto anche un altro straordinario traguardo: quello di 40 GW di potenza fotovoltaica allacciata, di cui la metà realizzati negli ultimi tre anni e mezzo.
E non si tratta solo di traguardi che rappresentano soglie simboliche o psicologiche: le ricadute di questa avanzata stanno letteralmente cambiando gli equilibri nel mix di produzione di energia elettrica, con effetti positivi su bollette e reti elettriche.
L’esempio più impressionante è un sorpasso che solo pochi anni fa sarebbe parso incredibile: lo scorso mese di giugno, in Europa la produzione di energia elettrica da fonte solare ha superato per la prima volta quella da nucleare, diventando la prima fonte in assoluto a livello continentale con una quota del 22,1%. Certo, giugno è il momento migliore per il fotovoltaico e questa quota è destinata a scendere nei periodi autunnale e invernale, ma ormai mese dopo mese il solare incrementa e rafforza la propria presenza erodendo quote alle altre fonti.
E anche questo traguardo storico non si limita solo a una data da ricordare: l’eccezionale produzione di energia elettrica da fonte solare nel mese di giugno ha avuto anche ricadute positive sul sistema elettrico continentale. Durante l’ondata di caldo tra la fine dello scorso giugno e l’inizio di luglio si era verificato un eccezionale aumento della domanda di elettricità in Europa (+14% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) per alimentare gli impianti di raffreddamento e condizionamento.
Una recentissima ricerca realizzata dal think tank Ember ha confermato che solo grazie a un’elevata produzione da fonte fotovoltaica (+22% rispetto a giugno 2024), la rete non è entrata in crisi e ha potuto reggere una situazione di emergenza che altrimenti avrebbe potuto avere conseguenze drammatiche (si pensi innanzitutto al rischio blackout).
Non solo: l’aumento della domanda di energia elettrica è stato anche la causa di grandi impennate dei prezzi, che avrebbero potuto essere ancora peggiori senza il contributo della fonte fotovoltaica a cui è stato quindi attribuito un effetto calmiere sulle bollette. Le situazioni più gravi si sono verificate in Germania e Francia dove la domanda di energia elettrica è salita proprio mentre impianti nucleari (in Francia) e termici (in Germania) hanno avuto riduzioni di potenza creando un collo di bottiglia sulla generazione, con prezzi che sono più che raddoppiati, fino a +175% in Germania e +110% in Francia.
Molto diversa la situazione, ad esempio, della Spagna che ha risposto alla crescente domanda con una grande disponibilità di energia da fonte solare proprio nelle fasce orarie in cui si registravano i picchi di domanda: in questo caso l’aumento dei prezzi si è limitato a +15%.
A proposito: proprio a inizio ottobre si è conclusa l’indagine sul blackout spagnolo dello scorso aprile, che ha completamente scagionato le fonti rinnovabili, alle quali era stata frettolosamente attribuita la causa dell’incidente.
Da quella congiuntura sono passati tre mesi, durante i quali la penetrazione della fonte solare è aumentata ancora: in Italia da inizio anno la produzione da fotovoltaico è cresciuta del 26% rispetto allo stesso periodo del 2024, raggiungendo una market share del 17% sul mix elettrico. Tutto questo sta preparando il terreno a un’altra rivoluzione, già iniziata, quella dell’utilizzo dei sistemi di accumulo Bess (Battery Energy Storage System) ai quali sempre più sarà affidato un ruolo chiave per garantire la flessibilità del sistema elettrico e la piena integrazione delle fonti rinnovabili nel sistema.
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