Un grande convegno per rimettere il Mezzogiorno all’attenzione del governo nazionale è il piatto forte che il governatore della Campania Vincenzo De Luca vuole servire al premier Matteo Renzi nella prima metà di novembre e dunque nel pieno della campagna referendaria. Tre mezze giornate piene di numeri e argomenti per spiegare che se il Paese soffre, il Sud soffre troppo di più e che i soli fondi europei, per quanto spesi tutti e bene, non possono sostituire una spesa ordinaria che latita anche in settori chiave coma sanità, università, scuola.
Insomma, dopo un lungo periodo di silenzio – rotto da qualche intervista e sporadici commenti – si torna ad alzare la voce prima che sia troppo tardi, prima che l’area debole del Paese perda ogni forza e la speranza di ripartire. Sul banco degli imputati anche le grandi aziende private e pubbliche che promettono attenzione e investimenti mentre progettano chiusure e licenziamenti. Sarà infine un’occasione per fare il punto sul Patto con la Regione, mentre quello con il Comune tarda a concludersi per l’ostilità del sindaco de Magistris.
L’organizzazione dell’evento è stata affidata a Unioncamere e al suo presidente campano Andrea Prete, che potrà avvalersi della collaborazione delle principali fondazioni economiche e dei più importanti centri studio del territorio sollecitati a fornire il loro contributo a cominciare dalla Svimez, che prima di tutti aveva previsto gli anni bui e la difficile uscita dal tunnel della crisi. Della partita anche Srm di Intesa Sanpaolo, le Fondazioni Matching Energies del gruppo privato Getra, Ugo La Malfa, Banco di Napoli e Mezzogiorno Europa, cui si aggiungeranno Invitalia e il centro di ricerca Guido Dorso. Tutti i contributi sono ben accetti.
Insomma, De Luca vuole schierare il meglio del pensiero meridionale da contrapporre al presidente del Consiglio e ai suoi principali ministri, oltre che ai decisori delle grandi imprese, perché dalle parole si passi finalmente ai fatti e dalle buone intenzioni alle realizzazioni sulle bontà delle quali è pronto a scommettere. Il tutto accompagnato da una convinta battaglia contro la burocrazia che impiccia invece che agevolare e contro ogni forma di rallentamento dietro cui si nasconde imperizia, pigrizia, se non malafede per interessi inconfessabili.
La kermesse di novembre, alla quale il governatore campano vorrà invitare anche il numero uno di Confindustria Vincenzo Boccia (con il quale condivide l’origine salernitana), sarà aperta ai presidenti delle altre regioni del Mezzogiorno e a quelli del Nord che vorranno partecipare, perché l’intenzione non è rompere ma unire, non litigare ma trovare punti di accordo, purché sia chiaro che la questione meridionale non può continuare a essere la cenerentola del Paese e che anche per lei è dietro l’angolo un principe azzurro.