La sinistra francese, dopo quasi due anni di coalizione, si ribella a François Hollande prendendo spunto dalla più genuina delle sue radici ideali: la difesa dei più deboli. Il tema è quello dell’utero in affitto, vietato in Francia ma sul quale la Corte europea dei diritti dell’uomo ha già bacchettato Parigi, chiedendo esplicitamente di permettere a tutte le coppie riconosciute, incluse quelle Lgbt, di accedere alla “surrogazione della maternità”. Se esisteva un certo consenso, tutto comunque da provare visto il diniego del referendum sulla legge Taubira (matrimonio Lgbt), ora si esplicita nel campo della sinistra francese una chiara e ampia posizione contraria alla surrogazione della maternità o maternità surrogata. Procedura contraria a ogni minimo barlume di diritto del nascituro e della donna.
Hollande deve ora decidere se resistere alla Corte, chiedendo un ricorso alla Grande Camera, o approfittare della sentenza per riprendere la deriva promossa dai socialisti francesi che ha caratterizzato il suo governo nei mesi addietro. In vista di questa decisione che dovrà essere presa dal Governo Hollande nelle prossime settimane, un nutrito gruppo della sinistra d’ Oltralpe ha scritto una lettera aperta al presidente della Repubblica.
Non esponenti qualunque o semplici iscritti ai vari partiti di sinistra, né antichi tromboni sfiatati; la lettera parte dal “cuore” intellettuale e prestigioso della gauche, a dimostrazione che la sinistra francese è molto più restia alla deriva inumana che ha colpito il socialismo europeo.
La lettera che intima ad Hollande di ricorrere alla Corte e porre fine a qualsiasi cedimento su questa materia è stata sottoscritta infatti da politici del livello di Jacques Delors e Lionel Jospin, da femministe come Sylviane Agacinski, dal guru della gauche rurale, José Bové, oggi eurodeputato verde, dai due padri del primo bebé in provetta d’Oltralpe, il biologo Jacques Testart e dall’ostetrico René Frydman e dalle scrittrici Christine Angot ed Eliette Abécassis, oltre ad altre decine di nomi illustri.
L’obiettivo immediato è quello di bloccare il diktat della Corte sulla maternità surrogata, ma è ovvio che si vuole andare oltre richiamando il governo ad un atteggiamento più moderato nella sua strategia Lgbt e in particolare sul diritto d’adozione per le coppie omosessuali, sul quale anche in parlamento Hollande troverebbe enormi pietre sulla propria strada. Tuttavia, proprio su adozione e surrogazione esiste un’esplicita presa di posizione favorevole di moltissimi finanziatori della campagna presidenziale di Hollande, l’editore di Le Monde ad esempio, e di una certa massoneria. Buon senso contro potere.
Dopo i segnali inequivocabili ricevuti dai risultati delle elezioni europee, dopo i continui sondaggi che lo continuano a dare in calo permanente nei consensi, Hollande ora deve fare i conti con una sinistra che riparte dalle sue convinzioni più profonde in difesa dei più deboli, neonati-bambini-donne.
Qualche avvisaglia era già partita nella stessa direzione durante la campagna delle europee, quando il sincero e mitico José Bové si era scagliato contro le medesime pratiche in difesa della natura e della ecologia umana.
Hollande ha una stabile maggioranza in Parlamento, ma questa lettera-appello eroderà ancora una volta consensi e metterà in discussione la coscienza di moltissimi deputati.
Il segnale che viene dalla Francia, lo era stato per molti versi l’enorme movimento di popolo della Manif pour tous, anche questa volta dovrebbe interrogare non solo il socialismo italico e le sue idee, ad oggi fondate solo sulla gender ideology e sull’interesse del grande businness in queste materie sensibili, ma anche l’intera famiglia socialista europea, mai come prima d’ora di fronte alla grande alternativa tra rivistare le proprie radici vere (poveri, deboli, disoccupati, lavoratori) o “sposarsi” con l’ideologia Lgbt.
Grazie Francia, anche stavolta… touché.