Caos Il Gigante per la protesta di 10 dipendenti: perse migliaia di tonnellate di merce, valore di 800mila euro. "Siamo sotto ricatto", lo sfogo di Panizza

Il Gigante è costretto a buttare il cibo a causa della protesta di 10 lavoratori che bloccano il loro unico magazzino: a denunciare la situazione è Giorgio Panizza, che è consigliere d’amministrazione della società che detiene il marchio, la Rialto. A Il Giornale ha definito “grave” la situazione, ma anche “assurda e paradossale”, perché il magazzino risulta bloccato dal 5 settembre.



I dipendenti in questione si sono organizzati in modo tale da alternarsi davanti ai cancelli, quindi non consentono ai camion di uscire per poter consegnare i prodotti ai supermercati. Tutto ciò comporta “danni per centinaia di migliaia di euro” e molta “merce da buttare“, oltre che la cassa integrazione per gli stessi lavoratori.



Spesa al supermercato (Ansa)

Per ora il bilancio è di 2mila torte fresche buttate insieme a 150 senza glutine, 250mila buste di insalata, 45mila chili di pesce, 30mila chili di carne e 165mila chili di verdura e frutta. Nel giro di un weekend è stata buttata merce per 800mila euro.

HUB BLOCCATO, SCAFFALI VUOTI: IL GIGANTE NEL CAOS

Dall’hub di Bascapè (Pavia) partono i camion che si occupano della distribuzione in tutti i punti vendita, che ora restano con gli scaffali vuoti.

Il motivo della protesta che sta bloccando Il Gigante riguarda, secondo il manager, un contratto scaduto che non è stato convertito da determinato a indeterminato, ma riguarda un lavoratore assunto da una ditta appaltatrice, quindi la questione, ha aggiunto il manager, andava affrontata dal giudice del lavoro, non con questa protesta.



LO SFOGO DI PANIZZA E L’APPELLO AL GOVERNO

La ‘trattativa’ con i lavoratori in questione è servita solo a ottenere l’uscita ogni venti minuti di un camion, ma in questo modo dal magazzino ne escono solo 60 su 300. A monitorare la situazione la Digos e un servizio antisommossa che ha il compito di scongiurare scontri. “Ci sentiamo abbandonati“, lo sfogo di Panizza, che a Il Giornale parla anche di “perdite drammatiche per l’azienda“, ma anche danni per la filiera agroalimentare. “Siamo sotto ricatto, lo Stato deve tutelarci“, l’appello di Panizza, che se la prende anche con i sindacati autonomi.