Il Parlamento UE si spacca su Ilaria Salis: immunità salva per un voto, niente processo in Ungheria. “Vince l'antifascismo”: cos'è successo
SALVA L’IMMUNITÀ PER ILARIA SALIS:; L’EUROCAMERA SI SPACCA E PER UN SOLO VOTO EVITA IL PROCESSO ALLA PARLAMENTARE AVS
Per un solo singolo voto il Parlamento UE conferma l’immunità parlamentare di Ilaria Salis, evitandole i processo in Ungheria dove è accusata di gravi violenze per il pestaggio avvenuto a Budapest nel febbraio 2023: l’europarlamentare AVS-TheLeft con 306 voti favorevoli e 305 contrari, con 17 astenuti, viene letteralmente “salvata” dalla messa al processo, confermando il voto della Commissione parlamentare della scorsa settimana.
Pesano i 100 assenti nell’emiciclo e la scelta del voto segreto che ha visto alcuni membri in area PPE – secondo le fonti da Strasburgo – votare a favore dell’immunità parlamentare evitando così il processo in Ungheria dove il Governo Orban da tempo richiede che Ilaria Salis possa essere giudicata per le gravi accuse a suo carico.

S chiude una lunga pagina politica in Parlamento Europeo che sul nome di Salis ha visto spaccarsi non solo i partiti pro e contro la maggioranza Von der Leyen, ma anche le coalizioni al proprio interno come dimostra la querelle Salvini-Tajani esplosa dopo la votazione su scrutinio segreto. Per le forze di Centrosinistra il voto a favore d Ilaria Salis viene motivato per la concreta consapevolezza che non vi siano ad oggi le condizioni per un «processo giusto in Ungheria»: di contro invece il Centrodestra denuncia la “fuga dal processo” della stessa europarlamentare in quota AVS.
In questi concitati momenti di grande gioia e soddisfazione, desidero ringraziare di cuore tutte e tutti coloro che mi hanno sostenuto in questi mesi — anche chi, pur con sensibilità molto diverse, ha condiviso con me la difesa dello stato di diritto e della democrazia contro i…
— Ilaria Salis (@SalisIlaria) October 7, 2025
“LA VITTORIA DELL’ANTIFASCISMO” O (SEMPLICE) QUESTIONE DI DIRITTO?
«Siamo tutti antifascisti»: con questo grido, e con il pugno chiuso alzato appena dopo il voto in plenaria, Ilaria Salis saluta la conferma della sua immunità parlamentare che le eviterà il ritorno a Budapest sul banco degli imputati per violenze aggravate e pestaggio di alcuni manifestanti della estrema destra ungherese (di cui lei si è sempre detta non colpevole, ndr).

Nelle interviste subito dopo la votazione, è l’ex maestra brianzola a rivendicare la «vittoria della libertà, dell’antifascismo e della democrazia», chiedendo di essere giudicata poi in Italia e non in Ungheria: secondo Salis il voto in aula ha visto eletti consiglieri difendere i valori democratici per lo stato di diritto, a prescindere dal colore politico. In area PPE e liberali vi sono dunque stati i “franchi tiratori” che in dissenso dai propri gruppi ha accolto le istanze di Salis votando per la sua immunità, mostrando di andare oltre il tifo politico per riconoscere il principio dello stato di diritto.
Resta però da capire se realmente il voto di oggi rappresenti una vera “sconfitta” per non precisate forze “fasciste” internazionali, o se si tratti invece di una mera questione di diritto che pone un’immunità parlamentare per chi è stata eletta regolarmente al Parlamento Europeo alle ultime Europee (sebbene candidata da Alleanza Verdi-Sinistra proprio per sottrarla dal processo in Ungheria dove era stata detenuta per mesi prima del primo grado di giudizio).
LO SCONTRO SUL VOTO: SALVINI E LA LEGA ACCUSANO IL PPE DI AVERE AIUTATO SALIS, TAJANI REPLICA SECCATO
Sul voto del Parlamento UE, come dicevamo, è forte lo scontro interno al Centrodestra dopo le note della Lega di Salvini che puntano il dito sul voto segreto di alcuni in area moderata che avrebbero salvato Ilaria Salis impedendole di tornare al processo in Ungheria. «Col trucchetto del voto segreto, richiesto dai gruppi di sinistra, anche qualcuno che si dice di ‘centrodestra’ ha votato per salvare la signora Salis», scrive sui social il vicepremier in area Lega, denunciando le gravi accuse per le condotte potenzialmente criminose dell’attuale europarlamentare AVS (in concorso con altri condannati dentro l’organizzazione illegale della sinistra Antifa).

Secondo il Ministro degli Esteri Antonio Tajani, nonché leader di Forza Italia, non vi sono stati “trucchi” o segreti vari, «nessuno che tradisce, nessuno che fa giochi strani», riprendendo al mittente del Carroccio come “calunnie” le accuse di aver aiutato Salis e la sinistra in Europa. La Lega non ci sta e con l’europarlamentare Silvia Sardone si riflette sul ruolo del Partito Popolare nel far mancare numeri importanti che avrebbero potuto ribaltare il risultato finale, «sappiamo bene che il Ppe e Forza Italia qui al Parlamento europeo governano con la sinistra».
