Imane Fadil è senza sepoltura da cinque mesi. Dopo i complessi esami autoptici, non c’è stato neppure il nulla osta per la restituzione della salma alla famiglia. Non è neppure stata depositata la consulenza sulle cause del decesso della giovane, una delle testimoni “chiave” del caso Ruby morta il primo marzo all’Humanitas di Rozzano. C’era grande attesa tra l’altro sulla relazione finale del pool di medici legali. Eppure nelle scorse settimane erano comunque uscite una serie di indiscrezioni sugli accertamenti dei medici. Come riportato da Il Giorno, si è capito che sarebbe stata esclusa l’ipotesi dell’avvelenamento doloso. Dunque, Imane Fadil sarebbe morta per cause naturali. Ma poi in Procura hanno chiarito subito che gli esiti finali dell’autopsia non sono stati ancora depositati, e le cose non sono cambiate neppure in questi giorni. In Procura avevano precisato anche che il pool di medici legali, guidato da Cristina Cattaneo, era ancora al lavoro per chiarire alcuni “punti controversi”.
IMANE FADIL SENZA SEPOLTURA: MANCA NULLA OSTA
Gli esami autoptici sul cadavere di Imane Fadil sono cominciati il 26 marzo. Il 10 luglio la Procura, in seguito ad alcune indiscrezioni, precisava che la relazione non era stata ancora depositata ai magistrati. L’ultima proroga concessa dai pm ai consulenti è scaduta lo scorso 26 giugno, ma ancora oggi, dopo quasi un mese, si attende il deposito della relazione. Tra l’altro era stato nominato Francesco Scaglione, professore di Farmacologia e tossicologo, per le analisi sull’alta percentuale di metalli trovata nel sangue. Gli accertati sul cadavere tra l’altro sono cominciato solo dopo che esami più approfonditi avevano escluso la presenza di radioattività negli organi di Imane Fadil, radiazioni che invece erano state rilevate nelle analisi sulle urine e sul sangue della modella. L’inchiesta resta aperta per omicidio volontario, intanto la famiglia della giovane continua ad aspettare da mesi di conoscere le cause della sua morte e non ha ancora avuto modo di darle degna sepoltura.