La Mariani Affreschi è presente nel mercato internazionale dell’arredamento dal 1963 realizzando affreschi, strappi murali e decorazioni artistiche d’interni. Una realtà praticamente unica nel suo genere: i suoi artisti impiegano la tecnica antica dell’affresco e il metodo tradizionale dello strappo da muro per creare opere di qualsiasi genere e dimensione. In catalogo ci sono oltre 2.000 soggetti, dagli affreschi classici (opere famose di Michelangelo e Leonardo) a quelli moderni (ispirati a Klimt e Mucha); da trompe l’œil a nature morte, rappresentazioni religiose e così via. I suoi affrescatori sono tuttavia in grado di ricreare qualsiasi soggetto proposto dal cliente. Le collezioni Mariani arredano edifici pubblici e privati in tutto il mondo. Una delle realizzazioni più famose è il grande affresco del centro commerciale “Porta” di Yokohama (Giappone) che qualcuno ha definito “un lavoro più vasto della Cappella Sistina“ per i suoi 1.700 metri quadri di superficie. Ad Alberto Mariani, che assieme ai fratelli Laura e Alessandro è titolare dell’azienda di famiglia, abbiamo chiesto di raccontarci i segreti che hanno portato al successo una realtà imprenditoriale molto particolare.
Si è da poco concluso il Salone del Mobile che anche quest’anno vi ha regalato risultati eccellenti e pochi giorni prima eravate a MosBuild, la fiera delle finiture d’interni che si svolge a Mosca. Non c’è crisi nel vostro settore?
Magari non ci fosse! La crisi, in generale, c’è e, in ogni caso, rispetto agli anni passati un po’ tutti i settori ne hanno risentito. Quanto meno nel modo di lavorare.
Ci spieghi meglio.
Prendiamo un Paese come la Russia, dove non c’è la crisi che c’è da noi. Rispetto al passato, oggi per lavorare lì occorre tutta una fase d’approccio, di ricerca di catalogo e di studio del prodotto. Non c’è più il cliente che viene in fiera per acquistare direttamente. In questo senso dico che è cambiato il modo di lavorare. È tutto un pochino più posticipato, molto più personalizzato. E tutto questo richiede un po’ più di energia. Insomma, il lavoro si crea sul venduto.
La vostra attività è molto apprezzata anche all’estero. Chi sono i migliori clienti stranieri e cosa chiedono?
Sono gli studi di progettazione e di interior design che cercano un prodotto made in Italy che abbia un valore di forte autenticità come il nostro, che chiaramente apprezzano anche perché noi lo forniamo con grande versatilità e possibilità di personalizzazione. Che è quello che chiedono oggi i clienti di un certo livello.
La vostra azienda festeggia quest’anno il 50° anniversario dalla fondazione. Com’è cambiata la vostra attività in questi anni e cosa fate per stare al passo con i tempi?
Poco fa ho saputo che per il 50° siamo stati invitati dal Comune di Brescia alla premiazione delle aziende storiche della città. Tornando alla domanda, in cinquant’anni le cose sono cambiate drasticamente. Una volta si lavorava sulla standardizzazione del prodotto; una volta trovato il prodotto giusto si trattava di razionalizzare la produzione.
Oggi invece?
Oggi ogni lavoro è diverso dal precedente. Quindi l’attenzione si sposta tutta all’interno dell’organizzazione per avere a disposizione tutti gli strumenti ed essere pronti a fare quello che il cliente chiede con la massima flessibilità. Sono due mondi completamente diversi.
Cinquant’anni fa non c’erano strumenti come internet…
Vero e noi li sfruttiamo quanto più possibile. Abbiamo un blog aziendale che utilizziamo per parlare dei nostri prodotti, delle nostre tecniche, dei progetti che abbiamo in cantiere. E internet si adegua bene a un prodotto come il nostro, che chiede di essere descritto nella sue diverse applicazioni. Lavoriamo tantissimo grazie alla visibilità on line.
Che progetti avete per il futuro?
Per noi resta fondamentale consolidare il carattere artigianale, direi sartoriale, della nostra produzione. Migliorando sempre il livello dei prodotti che offriamo. Dal punto di vista commerciale, invece, il nostro obiettivo è entrare in mercati dove ancora non siamo presenti. Come la Cina, un mercato interessantissimo ma da approcciare con grande cautela, perché è sì un mercato dalle grande opportunità, ma anche dai grandi rischi.
A che punto siete?
Di recente abbiamo incontrato un cliente molto interessante di Shanghai e stiamo iniziando a definire accordi di collaborazione. Siamo molto fiduciosi, vediamo come si evolveranno le cose.
Come scegliete gli artisti che lavorano per voi?
Abbiamo uno zoccolo duro di artisti storici che lavorano con noi da tanti anni. Conoscono perfettamente il nostro modo di lavorare e ci consentono di mantenere uno stile sempre costante. Abbiamo anche tante richieste di nuovi artisti. Ma non è facile trovare affrescatori.
Perché?
Ci sono tanti artisti bravissimi, ma pochi capaci di lavorare ad affresco. Perché è una tecnica che usano in pochi. La selezione avviene in due tempi. Grazie alla visibilità che abbiamo in rete scegliamo le proposte che giudichiamo più interessanti e poi facciamo dei test nel laboratorio della nostra azienda per vedere la loro abilità all’opera.
Tra le realizzazioni eseguite in Italia e nel mondo quali sono quelle a cui siete più affezionati?
Ce ne sono alcune che ci hanno dato grande soddisfazione. Purtroppo, trattandosi spesso di lavori commissionati da privati per le loro residenze, non posso rivelare chi sono, né dove sono, soprattutto all’estero. Il rispetto della privacy è fondamentale. Anche perché spesso si tratta di personaggi importanti, anche del mondo della politica.
Ce ne sono però tanti anche in luoghi pubblici.
Certamente. Dovessi fare due nomi indicherei il centro commerciale “Porta” di Yokohama, un lavoro mastodontico e di grande livello, visti anche i tempi strettissimi con cui è stato realizzato e il tipo di richieste avanzate dal committente. E, secondo, il Castello di Montalfeo a Pavia, altra opera imponente e di notevole effetto. I nostri artisti hanno lavorato direttamente in loco per decorare, in stile medioevale, l’intera struttura con la tecnica dell’affresco.
Come si fa a portare un affresco in una casa?
Una volta eseguito l’affresco applichiamo una tecnica che si chiama strappo d’affresco. Che chiaramente non abbiamo inventato noi, ma viene impiegata da più di duecento anni nei lavori di restauro.
Come funziona?
La tecnica dello strappo consente di asportare l’affresco dalle parete e di trasferirlo su tela senza perdere le sue caratteristiche di pregio, la matericità, l’intonaco, la bellezza dei colori, la luce. Con questa tecnica trasferiamo l’affresco dal muro del nostro laboratorio su una tela che possiamo inviare al cliente, anche all’estero, sia fissato su un telaio che arrotolato. L’affresco è pronto per essere ricollocato nella casa del cliente. Che non deve sopportare i disagi dell’esecuzione in loco.
Vi siete specializzati nella vendita on line. I vostri clienti non incontrano difficoltà a comprare un affresco senza vederlo di persona?
Ci sono dei pro e dei contro. È vero che un affresco è un prodotto che va guardato e apprezzato. Ma è anche vero che ci sono clienti che trovano vantaggi ad acquistare on line: per i prezzi, la comodità di farlo da casa, la velocità del servizio e così via. Oggi poi esistono strumenti che consentono una resa altissima del prodotto che viene venduto on line, un realismo notevole perfino dei dettagli. Per questo ci siamo affidati a un rivenditore specializzato con il quale abbiamo un rapporto di esclusiva.
Ricevete richieste bizzarre? Ne avete rifiutate?
Sì, ne abbiamo avute. Per fortuna non di così bizzarre da rifiutare il lavoro. Capita soprattutto all’estero, raramente in Italia. In genere le richieste stravaganti riguardano la ritrattistica. In pratica il cliente chiede di essere rappresentato all’interno di un’opera famosa. Se fosse esposto in un luogo pubblico, un amante dell’arte potrebbe giustamente offendersi. Ma se il cliente chiede qualcosa per casa sua, non offende nessuno e ha tutto il diritto di ottenerla.