Un impegno comune ad accelerare al massimo tutte le azioni in grado di portare a un’efficiente gestione della risorsa legnosa presente nei nostri boschi, nell’ambito dei principi di sostenibilità ambientale, così come prevedono i relativi protocolli internazionali, coerentemente al piano nazionale della filiera legno, che si prefigge di promuovere un Made in Italy dell’industria del legno, partendo proprio dalla foresta italiana. Questo l’obiettivo dell’“Accordo inter-regionale sul prelievo boschivo” firmato oggi a Verona fra Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Liguria, che vede tutti gli stakeholder della filiera foresta-legno-energia operare, per la prima volta, in totale sinergia. Punto di partenza, la convinzione che il patrimonio forestale costituisca una risorsa economica, ambientale e socioculturale fondamentale, a oggi non adeguatamente utilizzata.
Il patrimonio forestale delle Regioni coinvolte nella stipula dell’accordo, copre circa il 29% della loro superficie totale (per superficie forestali si intendono i “boschi alti” secondo definizione bosco FAO e dati Inventario Nazionale Forestale Carbonio 2005) ed è pari a circa 3 milioni di ettari. Su questa superficie forestale esiste un capitale legnoso di circa 500 milioni di m³ che si caratterizza per un accrescimento annuo in volume pari a circa 10,5 milioni di m³ considerando le aree disponibili al prelievo. Il prelievo medio annuo è di circa 1,8 milioni di m³, e rappresenta il 18% del prelievo sostenibile sotto il profilo ambientale. L’accordo impegna i firmatari – tra le varie azioni previste – a promuovere la formazione e aggiornamento degli operatori boschivi per aumentare o consolidare la qualità del lavoro e per stimolare l’innovazione e la competitività nel settore forestale. Inoltre, prevede controlli a tutela del lavoro boschivo regolare e del commercio legale del legno (anche in attuazione della direttiva europea sulla Timber Regulation – Due Diligence), oltre all’applicazione del principio dell’uso a cascata.
«Ai soggetti del primo Accordo interregionale per lo sviluppo della filiera del pioppo nelle regioni del Nord Italia, siglato il 9 gennaio 2014, si è unita anche la Regione Liguria: un segnale significativo che riflette consenso e una visione omogenea», commenta Paolo Fantoni, presidente di Assopannelli. «Abbiamo condiviso una serie di riflessioni con ricadute pratiche: riduzione dell’impatto burocratico, semplificazione delle attività. In reazione a una politica passata improntata al conservatorismo, e che ha causato l’abbandono di vaste zone di territorio, è stata adottata una visione che fa della sicurezza e della fruibilità degli spazi elementi di forza, combinando una gestione sostenibile all’esigenza di creare economia vera nel territorio montano italiano. Fra gli obiettivi dell’accordo, il raddoppio a livello nazionale delle percentuali di prelievo boschivo»