E’ aumentato con decisione (+8%), nel 2015, il consumo mondiale di macchine utensili, dopo i primi cenni di ripresa dell’anno precedente, e si è attestato a 64,3 miliardi di euro. Le previsioni per il 2016 sono di ritorno alla bassa crescita (+2,1%); il trend proseguirà negli anni seguenti ma a tassi più alti, di poco sotto il 4%. Alla fine del periodo di previsione il consumo mondiale dovrebbe essere di 73,4 miliardi di euro. Oxford Economics ha elaborato, in collaborazione con numerose associazioni di costruttori di macchine utensili, compreso il CECIMO, le previsioni sull’andamento del consumo per i 23 principali mercati mondiali, fino al 2019. I dati storici fino al 2015 provengono dalle tabelle UCIMU e sono espressi in euro. Le previsioni 2016-19 sono state calcolate applicando i tassi di crescita previsti da Oxford Economics al dato dell’ultimo anno disponibile. Come tasso di cambio, Oxford Economics ha utilizzato il valore medio del 2015 anche per tutti gli anni successivi: le previsioni non tengono quindi conto di cambiamenti sul mercato valutario. Quando si parla di totale “mondiale” o “di area”, si fa riferimento ai dati di questi 23 paesi e che possono esserci differenze con i dati di consumo di macchine utensili provenienti da altre fonti, che comprendono un maggior numero di mercati.
L’andamento delle principali aree, secondo le previsioni di Oxford Economics, sarà diverso per tutto il periodo. In Asia, il 2015 è stato un anno di forte sviluppo (+8,5%) ma le previsioni sono di una brusca decelerazione fin dal 2016. I ritmi di crescita, comunque, resteranno superiori alle altre aree, con l’eccezione del 2017. Alla fine del 2019, il consumo asiatico sarà intorno ai 43,1 miliardi: quasi il doppio rispetto ai 20,1 miliardi del 2009 e molto vicini ai valori del 2012 (43,3 miliardi). Il mercato europeo ha registrato uno sviluppo rilevante nel 2015 (+7,4%), di poco inferiore alle altre aree. Negli anni successivi la crescita dell’Europa dovrebbe proseguire a singhiozzo ma con il maggiore tasso medio (3,8%). Alla fine del periodo, il consumo (attestato a 19,1 miliardi) sarà superiore a quanto raggiunto prima della crisi (18,4 miliardi nel 2008). Il mercato in America è cresciuto in misura rilevante, +7,5%, nel 2015. La crescita si fermerà nel 2016 e riprenderà negli anni successivi ma a ritmi inferiori al trend mondiale. Il mercato americano, nel 2019, raggiungerà gli 11,2 miliardi, superando i 10,7 miliardi del 2012. Il peso delle varie aree geografiche nel mercato mondiale delle macchine utensili, già stravolto a vantaggio dell’Asia nel 2009-10, è stato nuovamente mutato dalla crisi del 2013, che ha colpito in primo luogo quei mercati. L’Asia ha visto la sua quota ridursi, dal 65,3% del 2010 al 58,5%. Se n’è avvantaggiata in primo luogo l’Europa (salita al 24,5%) ma anche l’America (arrivata al 17%).
L’anno successivo, l’Europa ha rafforzato la propria posizione, mentre l’Asia e soprattutto l’America hanno perso quote. Nel 2015, le quote di consumo sono rimaste stabili, con le tre aree in crescita a ritmi molto simili. Nei prossimi anni la situazione vedrà una progressiva erosione della quota di mercato americana, a vantaggio sia dell’Asia sia dell’Europa. La quota dell’America, dal 16% raggiunto nel 2015, dovrebbe calare negli anni successivi: nel 2019 il peso del continente dovrebbe essere sceso al 15,2%. L’Europa, nel 2015, si è attestata al 25,6% del consumo mondiale. La sua rilevanza aumenterà, di poco, fino al 26% che manterrà dal 2017 in poi. Il peso dell’Asia, come detto, è stato del 58,4% nel 2015 e dovrebbe crescere al 58,8% nel 2019. La Cina, da sola, era arrivata al 46% del consumo mondiale di macchine utensili nel 2010, per calare in seguito: nel 2015 si attesterà a 38,6% e la sua quota rimarrà vicina al 39% del mercato totale per tutto il periodo di previsione.