Poco lontano dall’impianto Tecno Più a Tavullia, un pezzo di Romagna in provincia di Pesaro Urbino, c’è la casa di Valentino Rossi. Qualcosa infatti romba nella telefonata fra il Sussidiario.net e Stefano Laureti (nella foto), il patron dell’azienda leader in una nicchia del Made in Italy, quella dell’antinfortunistica industriale. Ma non è una moto che Valentino in prova in sottofondo: è la voce stessa di Laureti, che racconta l’avventura di un’impresa nata dal nulla nel 1994, anzi rinata nel 2007 per l’impegno di un imprenditore nato in una famiglia albergatrice di Rimini, ma rigorosamente self-made nelle proprie scelte strategiche.
“Il 2016 è cominciato bene”, dice Laureti, che nel 2015 ha iscritto Tecno Più a Ucimu-Sistemi per produrre. Per il presidente “bene” significa che il ritmo della crescita del giro d’affari (+25% all’anno nel 2014 e 15) promette di non rallentare. Ma “bene” vuol dire anche altro. “Tutti stanno bene in azienda” ed è un fatto del tutto significativo in un’impresa industriale la cui mission è “far stare bene” chi lavora in altre aziende. Stanno bene le “quote rosa” cui Laureti ha delegato il fronte strategico del marketing; ma anche le “quote non rosa”: i progettisti che in Tecno Più sono ogni giorno impegnati su un imperativo strategico. “Proprre sempre valide alternative alla produzione standard di ripari antinfortunistici per macchine utensili reperibili sul mercato. Offrire sempre arrticoli oramai da soluzioni superate e non più al passo con le esigenze che oggi il mercato del lavoro richiede, ovvero:funzionalità, versatilità, rapidità d’intervento. Terzo e non ultimo – e questo Laureti ci tiene a dirlo – “le cose vanno bene perché Tecno Più ha una gestione finanziaria indipendente dalle banche. L’abbiamo imparato durante la lunga crisi: non è stato facile ma ora ci sta dando una marcia in più. Tecno Più sulla lunga recessione ha investito: è stato in questi anni che abbiamo portato in azienda professionalità decisive per la nostra espansione”.
“Tecno Più ha sempre voluto essere un problem solver di qualità eccellente”, dice Laureti. “Noi sappiamo di lavorare su un diaframma che decine di nostre imprese clienti considerano un ostacolo all’efficienza della loro catena produttiva, anche se per fortuna l’incolumità, la sicurezza e l’assenza di disagi dell’operatore di una macchina utensile sono ormai considerate parte integrante della produttività”. Soprattutto dopo il 2007, TecnoPiù – grazie anche al continuo impegno sui materiali, soprattutto l’alluminio – ha messo al centro della propria strategia di prodotto il superamento del cosiddetto “remissivo approccio” nello sviluppo di soluzioni antinfortunistiche. Il nuovo catalogo PMU04/3/I – dice Laureti – si configura ormai come linea di ripari infortunistici di terza generazione, all’insegna dell’automazione.
I fiori all’occhiello dell’offerta Tecnopiù – ricca di brevetti – sono bracci articolati frizionati presenti sui ripari più importanti: la leggerezza d’insieme unita alla grande rigidezza dei vari componenti e l’ampio campo visivo fornito dai nostri schermi di protezione, contribuiscono ad una maggiore versatilità ed efficacia. Una competitività che – dalla Germania agli Usa, dall’Australia al Sudamerica ha già segnato bandierine pesanti sulla mappa di mercato: grazie anche- non manca di sottolineare Luareti – l’attenzione sull’organizzazione della rete di vendita. Un altro fronte sul quale Tecno Più è già in azione in quello che vuol essere un altro esercizio in decollo.