“La manifattura italiana è seconda in Europa solo alla Germania. Ma tutti noi siamo consapevoli di essere i primi, di poterlo certamente essere senza i deficit di esterni di competitività che ancora frenano l’impresa italiana”. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, intervenendo all’assemblea annuale di Federmacchine, svoltasi presso la sede dell’Ucimo, alle porte di Milano. Boccia – conversando con il presidente di Federmacchine Sandro Salmoiraghi – ha ribadito la piena legittimità di Cnfindustria ” a parlare di politica quando le scelte della politica hanno effetti sull’economia reale”, come nel caso delle riforme istituzionali. “La stabilità e la governabilità’ sono essenziali per la governabilità per l’Azienda Italia”, ha detto il leader di Viale dell’Astronomia, che ha nuovamente delineato la raccomandazione alle altre forze del sistema-Paese di una “politica economica per fattori e non per settori”. Un nuovo paradigma di politica industriale “dell’offerta per alimentare la domanda”, che privilegi la competitività trasversale: a cominciare dallo sviluppo di una nuova interfaccia fra finanza e impresa. “Le relazioni industriali non pitranno non trarre le conseguenze di una nuova sfida-produttività e ci auguraimo che anche il govero si convinca dell’opportunità di accelarre sulla via della detassazione/decontribuzione dei premi di produzione”.
Nel frattempo la produzione italiana di beni strumentali ha superato nel 2015 i 38 miliardi di euro, segnando un incremento del 4,6% rispetto all’anno precedente. Il risultato è stato determinato sia dalla positiva performance delle esportazioni sia dal buon andamento delle consegne sul mercato interno, premiate dalla ripresa della domanda di beni di investimento. Questo è quanto è emerrso dai dati di consuntivo che sono stati presentati Salmoiraghi, in occasione dell’annuale assemblea della federazione delle imprese costruttrici di beni strumentali, incentrata sul tema “Dalla meccatronica allo smart manufactoring”.
Secondo i dati elaborati dal Gruppo Statistiche FEDERMACCHINE, la produzione è cresciuta, del 4,6%, a 38,4 miliardi di euro, allungando il trend positivo registrato a partire dallo scorso anno dalla federazione che aggrega 13 associazioni di categoria in rappresentanza di tutti i principali settori del bene strumentale. Nel confronto con il 2014, 11 dei 13 settori di FEDERMACCHINE hanno visto crescere il proprio fatturato. I restanti 2 hanno registrato una sostanziale stabilità del valore della loro produzione. La conferma della ripresa del consumo domestico, cresciuto dell’8,3% a 18,8 miliardi, ha favorito sia le consegne dei costruttori sul mercato domestico che hanno registrato un incremento, del 4,9%, a 11,1 miliardi, sia le importazioni cresciute, del 13,7%, a 7,7 miliardi. Nonostante ciò, il dato di import su consumo resta ancora basso, fermandosi al 41%.
Il nuovo incremento registrato dall’export, cresciuto del 4,5% rispetto all’anno scorso, ha permesso all’industria di settore di segnare un nuovo record in fatto di vendite oltreconfine, risultate pari a 27,3 miliardi. Stazionario il rapporto export su produzione che è rimasto invariato rispetto all’anno precedente, attorno al 71%. Principali mercati di sbocco dell’offerta italiana sono risultati: Germania (2,8 miliardi di euro, -0,7%), Stati Uniti (2,7 miliardi di euro, +15,3%), Cina (1,8 miliardi, -6,9%), Francia (1,7 miliardi, +3,9%).
Il saldo complessivo dei settori che fanno capo a FEDERMACCHINE, è stato positivo per 19,6 miliardi di euro (+1,3% rispetto all’anno precedente). Si tratta del sesto anno consecutivo di crescita, dopo il crollo del 2009, e il valore rappresenta il nuovo record assoluto. Nel 2015, il saldo della bilancia commerciale del paese è risultato in attivo per 45,8 miliardi di euro. Dei tre comparti attivi (Abbigliamento & Arredamento, Meccanica, altri manufatti) il settore delle macchine e apparecchi meccanici, nel quale è compreso tutto il comparto del bene strumentale rappresentato da FEDERMACCHINE, è quello che ha fornito di gran lunga il contributo maggiore (49,8 miliardi di euro), alla bilancia del paese.
“Dopo anni di difficoltà – ha affermato Salmoiraghi, – finalmente l’industria italiana della meccanica strumentale ha imboccato la strada della ripresa proseguendo con il trend positivo registrato a partire dallo scorso anno. Ciò che appare più confortante è poi la conferma della vitalità della domanda interna, sostenuta, almeno in parte, dal rifinanziamento della Nuova Sabatini e dall’introduzione del superammortamento al 140%. Per questa ragione i costruttori chiedono che il Superammortamento divenga semi-strutturale in modo da accompagnare la ripresa che oggi non è ancora solida”.
“D’altra parte, i macchinari che produciamo attualmente sono molto diversi da quelli che uscivano dalle nostre fabbriche venti anni fa: rispondono a quegli standard di innovazione, sicurezza, risparmio energetico, automatizzazione e digitalizzazione che oggi il mercato richiede. Continuare a operare con macchinari datati significa, per i settori a valle del bene strumentale, perdere in competitività. Tutto questo non deve accadere.” “Per questa ragione FEDERMACCHINE sottolinea ancora una volta, l’utilità, per tutto il manifatturiero, dell’introduzione di un sistema di incentivi alla sostituzione dei macchinari obsoleti, installati in Italia, cosicché i sistemi di produzione possano rispondere alle nuove esigenze di produttività”