È una rivoluzione silenziosa che potrebbe cambiare il volto del commercio all’ingrosso in Italia, far crescere il Pil di 4 miliardi e generare 20 mila nuovi posti di lavoro: ma proprio per questo è scomoda ed è stata finora molto osteggiata. Eppure è prossima al traguardo: è la Piattaforma logistica nazionale (Pln), un progetto nato nel 2005 per iniziativa del governo di allora, e in autunno inizierà finalmente a operare. In che modo?
Sostanzialmente verrà costruito un sistema telematico – su una base di calcolo poderosa e già funzionante – che metterà in rete simultaneamente tutti i protagonisti del mondo del trasporto e della logistica mercantile: trasportatori, armatori, porti, autostrade, Anas, compagnie aeree, interporti, dogane. Per cui ogni container di merce che entrerà in Italia da qualunque accesso e ogni container che vorrà raggiungere un determinato punto dell’Italia partendo da un altro… sarà tracciato nel suo percorso, non sfuggirà più né allo Stato (basta evasione tombale sulle merci, come quella che tuttora capita costantemente, e questo è un primo fattore di emersione del “nero”), né, soprattutto, agli operatori della logistica: per cui si potrà facilmente ottimizzare il flusso delle merci tagliando le code ai trafori, tagliando le attese per il carico e lo scarico delle navi, eliminando i disservizi nei passaggi dei container dalle navi ai treni o dagli aerei ai Tir e così via.
Un’operazione di grande portata che mira a costruire nel settore del traffico commerciale la stessa trasparenza e sicurezza che c’è nel mondo del traffico aereo, dove nessun velivolo può sfuggire al tracciamento dei suoi movimenti.
“I vantaggi del progetto sono ormai ben noti agli addetti ai lavori”, spiega Simona Vicari, sottosegretario ai Trasporti con delega a seguire l’attuazione della Pnl, “e si possono riassumere proprio nel concetto di ‘Connessione’ e di ‘Standardizzazione’, da opporsi all’attuale situazione di ‘arrangiamento’ e ‘rendita parassitaria’. Un sistema moderno ci rende più competitivi”. Parole chiare: oggi ci si arrangia e si favorisce il parassitismo; con l’entrata in funzione della Pnl, la pacchia per chi ne gode finirà, e l’efficienza del sistema aumenterà, facilitando nettamente – peraltro – le relazioni con l’Europa, dove in quasi tutti i Paesi nostri partner già funzionano sistemi simili.
A gestire il tutto è stata finora una società creata dal ministero dei Trasporti e amministrata da Rodolfo De Dominicis, la Uirnet; che ha fatto una prima gara per individuare – a valle della gara nell’Hewlett Packard Enterprise – il partner tecnologico in grado di sviluppare i sistemi informatici che rendono possibile tutte questo; ed entro l’autunno verrà affidato a un gruppo di imprese costituito dalla stessa Hpe, dalla Vitrociset e dalla Fai Service (cooperativa dei trasportatori aderenti alla Federazione autotrasportatori italiani) la realizzazione vera e propria della rete di impianti che coprirà tutto il territorio nazionale per connetterlo, con un investimento di circa 80 milioni di euro. Il costo di un chilometro d’autostrada potrà indurre una straordinaria riforma del traffico merci, potenzialmente foriera di grandi risultati.
“La Piattaforma è attualmente funzionante e il suo hardware è dislocato presso il Ced del nostro Ministero”, spiega la Vicari, “Faremo di tutto per far sì che lo strumento concessorio per passare alla fase operativa sia firmato nel prossimo autunno: la gestione è attualmente affidata a un grande operatore internazionale del calibro di HPE. È in corso di conclusione la procedura utilizzata ai sensi della legge 147/2013 dal Soggetto attuatore unico del Ministero, che è la Uirnet Spa”. “Puntiamo all’autunno”, dice ancora Simona Vicari, “per la consapevolezza che non possiamo ritardare oltre un intervento infrastrutturale che aumenterà nettamente l’attrattività del nostro Paese da parte di operatori e investitori globali”.
“Peraltro, da quando mi sono insediata come Sottosegretario”, osserva la Vicari, “ho approfondito la situazione cercando di esplicitare le motivazioni di alcune contrarietà al Progetto e il livello di diffusione del Progetto stesso fra gli stakeholder del sistema logistico nazionale. Ebbene: non è vero che la Piattaforma è poco nota, tutti quelli che in maniera professionale si occupano di trasporto e logistica ne conoscono gli effetti e gli impatti principali; e oggi posso dire che solo alcune categorie continuano a esprimere contrarietà, ma la maggioranza (penso ad esempio agli spedizionieri e ai trasportatori) sa che l’Italia logistica ha bisogno di “Connessione” per superare l’attuale situazione di non reputazione di cui soffre il nostro sistema. Un sistema moderno ci rende più competitivi”.
“Con la piattaforma, puntiamo a una maggiore capacità di comunicare, scambiare informazioni, eseguire certe funzioni a distanza al fine di migliorare la mobilità delle merci e la sicurezza del trasporto”, conclude la Vicari. “I flussi logistici (per esempio quelli mare-terra) dovranno potersi svolgere senza alcuna soluzione di continuità telematica. Ma c’è di più. A livello di stoccaggi, le tecnologie che saranno adottate permetteranno di utilizzare al meglio gli investimenti nel settore dell’immobiliare logistico, aumentando la produttività degli spazi. Puntiamo inoltre a una progressiva, quanto incisiva riduzione dei viaggi a vuoto, con l’ottimizzazione del riempimento dei mezzi. Il tutto, favorendo il rispetto delle regole, perché lo strumento indispensabile per la crescita del paese: non c’è crescita nell’illegalità. Oggi migliaia di imprese di trasporto muoiono all’anno e ciò avviene anche per la presenza massiccia del cabotaggio illegale. Questa situazione deve finire. Le imprese sane devono essere difese, non abbiamo bisogno di imprese anomale. Per difendere le nostre imprese occorre trasparenza e ciò si ottiene principalmente utilizzando sistemi non eludibili come la Piattaforma nazionale digitale”.