Il film "In fondo al cuore" racconta un dramma famigliare, porta a riflettere su cosa sia un vero amore e mette in guardia da un amore possessivo
Beth Cappadora (Michelle Pfeiffer) con i figli si reca a Chicago in una festa di ex compagni di classe, lascia Ben (interpretato da Michael Elroy in quel momento in cui aveva 3 anni) in compagnia di Vincent, il fratello di 7 anni (interpretato da Cory Buck): passano pochi minuti e Ben scompare. Torna Beth e chiede a Vincent dove sia andato il fratello, ma lui non sa nulla.
Le ricerche sono vane, arriva anche il padre, Pat (Treat Williams), ma non c’è nessuna conclusione positiva: Ben è scomparso, probabilmente rapito, come poi risulterà di fatto.
Inizia a questo punto il percorso del film che prima di essere la ricerca di quello che è successo è una profonda indagine nell’interiorità della madre per cogliere come si trova a vivere dopo un fatto così grave. Così il regista descrive la caduta depressiva che la colpisce, senza il figlio Ben la sua vita diventa come priva di senso, lei è così devastata da quella perdita che quasi non si accorge più di avere un marito e di avere due altri figli, di cui uno, Vincent, rischia di crescere con il senso di colpa e comunque non guardato da sua mamma.
Passano 9 anni e succede un ulteriore fatto imprevedibile. Un giorno, grazie alla figlia Kerry (Alexa Vega), bussa alla porta di casa un ragazzo di nome Sam (Ryan Merriman) e Beth riconosce in lui Ben, suo figlio che ora vive con George (John Kapelos), quello che lui chiama padre, a pochi isolati e la cui madre, che aveva orchestrato il rapimento, è morta suicida. Qui si scatena una ridda di sentimenti che fanno molto riflettere sui rapporti che si vivono e pongono domande molto profonde sul rapporto tra il proprio io e gli altri.
Pat e Beth hanno ritrovato loro figlio e lo vogliono a casa, ma per lui il vero padre è George, nove anni con lui non sono nulla, segnano la vita di un ragazzo, e anche George è molto legato a Sam/Ben. Nello stesso tempo per Vincent (Jonathan Jackson) è difficile accettare che quello sia suo fratello: vive da una parte il dramma di un fratello non conosciuto, dall’altra il senso di colpa perché è stata la sua disattenzione a favorire il rapimento.
Sembra una situazione così ingarbugliata da essere irrisolvibile, vi saranno dei colpi di scena a indirizzare la trama verso una conclusione che sa tenere insieme tutti i fattori in gioco senza escluderne alcuno. Il punto di svolta del film è però ancor prima ed è in quello che accade in Beth che si accorge che lei ha ritrovato il figlio, ma che amarlo significa accettare quello che è accaduto in quei nove anni: prima ancora del marito, prende coscienza che il vero amore non è possesso dell’altro, com’era stato per lei, ma è uno sguardo che sa cogliere l’altro per quello che è.
Così questo il film In fondo al cuore racconta un dramma famigliare, porta a riflettere su cosa sia un vero amore e mette in guardia da un amore possessivo che distrugge l’altro che è e rimane un mistero, tutto da scoprire.
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