L’ultimatum lanciato due settimane fa non ha avuto gli esiti attesi dall’Iran e dunque da oggi inizia ufficialmente l’opera di arricchimento dell’uranio, dando di fatto l’annuncio mondiale dell’accordo sul nucleare saltato definitivamente. Dal 2015 ad oggi è successo di tutto ma per Rohani e l’ayatollah dopo lo stralcio di Trump e le non mosse dell’Unione Europea quella di oggi è l’unica soluzione possibile per Teheran: il portavoce del governo Ali Rabiei, il viceministro degli Esteri Abbas Araghchi e il portavoce dell’Organizzazione dell’energia atomica iraniana Behrouz Kamalvandi hanno spiegato che il livello di arricchimento dell’uranio passa dal 3,67% sancito dall’accordo, al 5%. Due mesi fa il Governo iraniano aveva lanciato un ultimatum di 60 giorni all’Ue per poter salvare l’accordo con misure efficaci che potessero di fatto risolvere il peso delle sanzioni Usa imposte a Teheran: questo non è avvenuto e dunque dall’inizio luglio scatta un secondo ultimatum, sempre di 60 giorni, nei quali forse si definirà molto se non tanto dei rapporti-scontri in Medio Oriente dei prossimi anni.
SALTA ACCORDO NUCLEARE: ORA CHE SUCCEDE?
La Repubblica Islamica sciita ha sancito che per i prossimi 2 mesi i Paesi Europei avranno il tempo per poter soddisfare le richieste dell’Iran: Teheran chiede nel concreto a Bruxelles di poter spingere sullo strumento finanziario di Instex – spiega l’agenzia Ansa – per proseguire i rapporti e scambi tra Iran e Paesi Ue aggirando il veto degli States. Lo strumento prevede l’acquisto di petrolio iraniano ma anche una linea di credito costante per il Paese governato dagli ayatollah: «Nell’ultimo anno abbiamo dato abbastanza tempo alla diplomazia e ora non stiamo violando l’intesa ma perseguendo i nostri diritti basati sull’accordo. Dobbiamo presentare una denuncia contro gli Stati Uniti e l’Ue per averlo violato», riporta il Ministro degli Esteri dopo il nuovo ultimatum imposto all’Europa. Ieri il colloquio tra Macron e Rohani aveva già fatto esprimere al Presidente francese «forte preoccupazione» per quello che potrebbe accadere dopo la fine del trattato sul nucleare: «Nell’ultimo anno abbiamo dato abbastanza tempo alla diplomazia e ora non stiamo violando l’accordo ma perseguendo i nostri diritti basati sull’accordo. Dobbiamo presentare una denuncia contro gli Stati Uniti e l’Ue per averlo violato. Aumentiamo l’arricchimento per fornire il combustibile per la nostra centrale nucleare e al momento non abbiamo bisogno di carburante per il reattore di Teheran», ha spiegato ancora Araghchi. Instabilità nell’area mediorientale, rinnovato scontro tra Russia (vicino a Teheran) e Usa, ruolo centrale dell’Arabia Saudita e rischio stallo in ogni trattativa per la pace in Medio Oriente. Le conseguenze sono tra le più molteplici, oltre al fatto che anche l’Iran potrà proseguire nel suo intento di raggiungere l’arma nucleare al pieno del proprio potere: lo stop al negoziato è tutt’altro che un fattore “minimo” in un quadro come si evince ciò piuttosto “complesso”.