Il clima di violenza cresce in Francia: sono 100mila gli insegnanti minacciati ogni anno soprattutto dai seguaci dell'Islam radicale. Il report
Il rapporto della commissione d’inchiesta lanciata dopo l’omicidio del docente di storia e geografia Samuel Paty, decapitato da un jihadista ceceno dopo aver mostrato in classe le vignette di Charlie Hebdo su Maometto, parla di una “scuola della Repubblica in pericolo” in Francia, come spiegano i due correlatori, i senatori Francois-Noel Buffet e Laurent Lafon. I risultati sono stati resi noti durante una conferenza di mercoledì scorso e sono il frutto di mesi di indagini con quarantacinque audizioni e numerosi viaggi. Il rapporto parla di un “aumento della violenza” nelle scuole private e statali”.
Il lavoro della commissione d’inchiesta francese sottolinea inoltre una “discrepanza tra le cifre fornite dal ministero dell’Istruzione e la realtà sul campo”. Secondo Lafon “il modo in cui vengono presentate le cifre è una minimizzazione della realtà”. Si parla infatti, nel report, di 100mila professori francesi minacciati ogni anno dagli allievi. Nella maggior parte dei casi le minacce sono provenienti da genitori o studenti di cultura e religione musulmana, spiega Libero.
Minacce ai professori francesi: “Manifestazione dell’Islam radicale”
L’Islam, secondo il rapporto della commissione d’inchiesta francese, “si sta banalizzando”. Nel corso delle audizioni, Buffet e Lafont hanno notato la diffusione della minaccia tra gli studenti di “faire une Paty” ossia di sgozzare i professori come accaduto al docente del college du Bois d’Aulne nell’ottobre 2020. “Questa è la situazione attuale. Non bisogna ignorare l’aumento delle rivendicazioni identitarie e comunitarie, così come la manifestazione dell’Islam radicale e di alcune nuove forme di spiritualità” ha spiegato il senatore Buffet durante la conferenza.
Come aggiunto dal politico, “l’intera comunità educativa è coinvolta nel clima di violenza”. Buffet ha poi citato “forme di pressione e aggressione” che vanno dagli insulti misogini all’aggressione fisica. Per questo motivo molti insegnanti, come sottolinea Libero, scelgono l’autocensura: non affrontano determinati argomenti o alcune opere per evitare di far infuriare gli alunni. Inoltre prima delle gite scolastiche programmate “alcuni genitori telefonano per sapere cosa ci sarà sul palco, se ci saranno nudità” spiega. Nel dettaglio, lo scorso dicembre nella scuola media Jacques-Cartier di Issou alcuni studenti musulmani si sono detti offesi e scioccati dopo che l’insegnante ha mostrato loro un dipinto del 17esimo secolo, “Diana e Atteone” di Cesari, con le ninfe senza vestiti.
