Dove nasce il nuovo scontro tra Israele e il Vaticano: l'intervista di Parolin su Gaza, la critica dell'ambasciata, l'intervento di Papa Leone e l'equivoco
LA NOTA DELL’AMBASCIATA DI ISRAELE CONTRO LE PAROLE DEL CARDINALE PAROLIN: COSA CONTESTA E PERCHÈ
L’intervista, lo scontro, la “difesa” e un equivoco che in pochi vogliono vedere: è tutto questo che emerge dalle ultime ore di profonda querelle internazionale per il nuovo scontro sull’asse Israele e Vaticano. Questa volta sono le parole del cardinale Pietro Parolin. date ieri nella lunga intervista sull’Osservatore Romano in merito ai due anni di guerra in Terra Santa che “scattano” oggi 7 ottobre 2025, ad essere al centro della forte critica mossa dall’ambasciata di Israele presso la Santa Sede.
Con una nota diffusa sul canale ufficiale di X, i rappresentanti diplomatici in Vaticano dello Stato di Israele contestano le parole usate dal Segretario di Stato Parolin in merito ai massacri in corso a Gaza, ritenendo ingiusto che vi sia una sorta di “equivalenza morale” tra l’attentato indegno del 7 ottobre 2023 compiuto da Hamas e i morti dei civili palestinesi frutto della brutale guerra mossa da Israele nella Striscia.

Secondo l’ambasciata israeliana, l’intervista del cardinale era sì ben intenzionata ma messa così «rischia di minare gli sforzi per porre fine alla guerra a Gaza», dando potenzialmente il là a nuovi indegni atti di antisemitismo in giro per il mondo. Secondo Israele l’errore grave di Parolin è concentrarsi sulla critica a Tel Aviv trascurando invece le colpe profonde di Hamas nel non voler restituire ancora oggi, dopo due anni, tutti gli ostaggi rapiti nel pogrom del 7 ottobre 2023.
A preoccupare infine Israele vi è l’uso dell’equivalenza «morale non pertinente» quando si applica il termine massacro sia all’attacco, quello sì genocida, di Hamas contro gli ebrei, e sia al diritto «legittimo dell’autodifesa, non può esserci equivalenza morale» tra uno Stato e chi in modo terroristico intende uccidere quei cittadini.
The recent interview with Cardinal Parolin, though surely well-intentioned, risks undermining efforts to both end the war in Gaza and counter rising antisemitism. It focuses on criticizing Israel while overlooking Hamas’ continued refusal to release hostages or stop the… pic.twitter.com/CVmDRVSkbf
— Israel in HolySee (@IsraelinHolySee) October 7, 2025
PAPA LEONE XIV DIFENDE IL CARDINALE PAROLIN: “ESPRIME LA POSIZIONE DELLA SANTA SEDE”.
Entrando a Castel Gandolfo per la consueta visita settimanale, pressato dai giornalisti che chiedevano conto di questo nuovo potenziale scontro tra Vaticano e Israele, Papa Leone XIV ha sottolineato con toni pacati e cortesi quanto non vi sia granché da commentare, sebbene che il cardinale Parolin all’Osservatore Romano «ha espresso la posizione ufficiale della Santa Sede» sul conflitto in Medio Oriente.
Non solo, il Pontefice invita tutti – non solo Israele – alla prudenza nel commentare vicende e questioni delicate come la guerra, gli attacchi e le definizioni spesso affrettate (ad esempio lo stesso “snodo” del genocidio)): è sempre coi giornalisti davanti a Villa Barberini che Papa Leone esprime la profonda preoccupazione e agitazione per i casi di antisemitismo in aumento nel mondo, «serve annunciare la pace e il rispetto della dignità di tutti». È solo con l’amore di Cristo che è possibile vincere e risolvere l’odio violento sempre più sparso in Medio Oriente, come ha ricordato stamattina il Patriarca Pizzaballa nella lettera al Patriarcato di Gerusalemme per i due anni dall’inizio della guerra.

In realtà, a ben vedere l’intervista integrale del Segretario di Stato Vaticano al quotidiano della Santa Sede, vi sono due nutriti passaggi in cui Parolin non solo critica Hamas ma definisce completamente la posizione (non nuova) della Chiesa Cattolica in merito all’origine di quest’ultima guerra tra Israele e Hamas: «è stato un massacro indegno e disumano» quello compiuto dalla sigla terroristica palestinese, specie perché «senza alcuna giustificazione». Parolin ha chiesto poi la liberazione di tutti gli ostaggi, manifestando piena vicinanza cristiana alle famiglie delle vittime: parte da qui la richiesta di pace e tregua, evitando di tornare a nuove escalation in Medio Oriente.
L’EQUIVOCO SULL’INTERVISTA DI PAROLIN E LO SCONTRO CHE PARTE DA LONTANO…
In questo senso la reazione durissima dell’ambasciata di Israele contro l’intervista di Parolin risulta essere quantomeno “controversa” per quanto effettivamente presente all’interno del dialogo con il Segretario di Stato: sicuramente viene ribadita l’assoluta necessità di interrompere gli attacchi nella Striscia che hanno provocato già migliaia di morti, anche perché la Chiesa non ha mai rinunciato a invocare la pace e la protezione contro ogni vita umana innocente.
Ma gli attacchi ad Hamas, le critiche ai troppi episodi di antisemitismo e la richiesta di liberare subito gli ostaggi, sono elementi per cui viene difficile “leggere” quell’intervista in maniera negativa come è stata valutata dall’ambasciata dello Stato di Israele. È evidente perciò che lo scontro nasce da lontano, come già visto sopratutto negli anni del Pontificato di Francesco, spesso contestato nelle sue uscite critiche contro Israele e non esattamente inclini a nominare in maniera equivalente gli orrori commessi da Hamas contro gli ebrei e contro gli stessi civili palestinesi.
Già nel febbraio 2024 una simile situazione di crisi diplomatica esplodeva a seguito dell’attacco su Rafah per l’ingresso “spinto” nella Striscia da parte delle forze IDF: anche in quel caso il Card. Parolin aveva definito insopportabile lo stato delle vittime di guerra, chiedendo che si possa risolvere il problema di Gaza e dell’intera Palestina.
Il Segretario di Stato in Vaticano aveva poi anche definito sproporzionata la reazione di Israele, con più di 30mila morti in meno di un anno: l’ambasciatore di Israele aveva reagito criticando come la Chiesa vedesse solo una parte del conflitto, scegliendo di non osservare gli attacchi su più fronti dagli alleati dell’Iran contro lo Stato ebraico.
Anche in quell’occasione Papa Francesco intervenne a difesa del suo cardinale, provocando uno scontro successivo e poi un parziale dietrofront diplomatico da Tel Aviv che suonava come un tentativo di tregua diplomatica: l’incontro poi nelle scorse settimane tra il Presidente di Israele Herzog e Papa Leone XIV era stato importante per riportare una buona dose di amichevole rapporto, senza per questo che la Chiesa rinunciasse a dire la verità sul dramma in corso a Gaza.
Il Papa e il Card. Parolin proseguono a ritenere abnorme la barbarie di Hamas, così come insostenibili le troppe vittime nella Striscia, e richiedono la pace senza se e senza ma: un equivoco – quello dell’intervista magari non letta integralmente – che dovrebbe anche questa volta portare a miti consigli l’ambasciata, ritirando l’elemento conflittuale e riprendendo un rapporto sincero e diplomatico che il Pontificato di Leone XIV continua ad invocare.
