Che il Coronavirus avrebbe lasciato strascichi marcati sul mondo del lavoro in Italia (e non solo) era un aspetto tanto tragico quanto prevedibile sin dall’inizio della pandemia. Tuttavia, osservare visivamente gli effetti prodotti dalla crisi economica nei numeri diramati dall’Istat nella mattinata di oggi, venerdì 12 giugno 2020, non può certamente lasciare indifferenti: il nostro Paese, nei primi tre mesi del 2020 e, dunque, da gennaio a marzo, il numero di persone occupate è diminuito di ben 101mila unità (-0,4%) rispetto ai dati raccolti a dicembre 2019. Tradotto: 101mila disoccupati in più in Italia. Stando a quanto riferito dall’istituto, sono cresciuti i dipendenti a tempo indeterminato (+50mila) e diminuiti quelli a termine (-123mila). In calo anche gli indipendenti (-28mila). Il tasso di occupazione è pari al 58,8% (-0,2%). Secondo l’Istat, il mercato del lavoro ha risentito “delle forti perturbazioni indotte dall’emergenza sanitaria”, come era purtroppo preventivabile.
ISTAT: DIMINUISCONO ANCHE LE ORE LAVORATE
Fra le conseguenze generate dalla pandemia del Coronavirus, l’Istat rileva nel primo trimestre del 2020 anche una forte diminuzione delle ore lavorate, rapportandole sia al periodo fra ottobre e dicembre 2019 (-7,5%), sia all’analogo periodo dello scorso anno (-7,7%). “Si tratta – spiegano i vertici dell’istituto – di risultati coerenti con la fase di eccezionale caduta dell’attività economica che, nell’ultimo trimestre, ha risentito degli effetti della crisi sanitaria, con una flessione del Pil pari a -5,3% in termini congiunturali”. Inoltre, “l’emergenza sanitaria che ha avuto inizio nel trimestre ha condizionato fortemente la ricerca di lavoro”, con gli “scoraggiati” che hanno ripreso ad aumentare dopo venti trimestri di diminuzione consecutivi. Addirittura, riferisce l’Istat, 7 italiani su 10 non hanno neppure provato a cercare un nuovo lavoro a causa della difficoltà nel reperimento di un impiego in questo clima di incertezza, reso tale da un’epidemia tanto inattesa quanto dannosa.