A Uno Mattina si parla di occupazione e disoccupazione alla luce degli ultimi dati positivi ISTAT sullo stato del lavoro che hanno registrato un aumento di 500mila lavoratori attivi in un anno. Linda Laura Sabbadini, statista, ha commentato in studio: “I dati vanno ben inquadrati, abbiamo 520mila occupati in più ma la stragrande maggioranza sono ultra 50enni, quasi al 90 per cento del totale di questo incremento. Ciò vuol dire che è l’effetto della maggiore permanenza nel lavoro per la riforma pensionistica che come sappiamo ha elevato l’età pensionabile, adesso si va in pensione ad età sempre più avanzate. Sta crescendo da tanti anni il tasso di occupazione nella popolazione fra i 50 e i 60 anni. Sarà difficile in prospettiva pagare le pensioni visto che aumenta la popolazione anziana e diminuisce quella giovane per via del calo di nascita. Il problema è che non cresce a sufficienza l’occupazione giovanile”.
E a proposito: “Il dato più basso di disoccupazione giovanile dal 2008? Questo è importante ma dobbiamo guardare di più l’occupazione. A volte essere disoccupato significa non avere il lavoro ma neanche cercarlo. Molto spesso i giovani si scoraggiano nella crescita magari perchè non trovano il lavoro. Questo scoraggiamento è molto diffusa al sud, dove c’è molto meno lavoro”. Sull’occupazione femminile, Linda Sabbadini precisa: “Siamo gli ultimi in Europa, prima c’era dietro di noi la Grecia, poi la Spagna, l’Irlanda, Malta, noi non ci siamo mai risollevati”.
OCCUPAZIONE, SABBADINI: “DOBBIAMO LAVORARE SUI GIOVANI”
Linda Laura Sabbadini ha proseguito: “C’è un problema di fondo che non si è capito: l’occupazione femminile non potrà crescere se non si investe seriamente nell’abbassare il carico di lavoro famigliare sulle spalle delle donne, ci vogliono più servizi per la prima infanzia, educativi, assistenza per anziani e disabili, e ci vuole una maggiore condivisione nella coppia e nella famiglia delle responsabilità e del carico di lavoro, se non si fa questo è molto difficile per le donne conciliare tempi di vita e di lavoro, le donne lasciano il lavoro quando nasce un figlio nel 20% dei casi, una percentuale altissima, negli altri Paesi non è così”.
Sul tema aggiunge: “Molte grande aziende hanno gli strumenti per aiutare le madri, ma le piccole non possono farlo e noi siamo il Paese delle PMI. Per decenni non è stato fatto nulla e noi paghiamo questo prezzo”. Quindi conclude: “Bisogna aumentare l’occupazione nei giovani altrimenti come innoveremo il nostro Paese, inoltre dobbiamo crescere anche nella qualità dell’occupazione, c’è un’ampia fetta di occupati con bassi salari e forte vulnerabilità”.