Jackie Chan ha parlato degli inizi della sua carriera, quando si allenava con l’anca fratturata, e anche dell’eredità di Bruce Lee
È uno dei grandi attori di film d’azione della storia del cinema, dotato di un registro drammatico e comico che gli ha permesso di essere in molte pellicole sempre con la sua credibilità intatta: si sta parlando di Jackie Chan che ha da poco vinto il premio Pardo alla carriera al 78esimo Locarno Film Festival davanti a una platea numerosissima di fan adoranti.
In un’intervista a La Stampa l’attore ha raccontato gli inizi della sua carriera quando suo padre lo ha iscritto alla Chinese Academy of Performing Arts di Hong Kong a soli sei anni e mezzo. Peccato che la disciplina fu severissima perché la sveglia era alle 5.30 del mattino “punizioni fisiche se non si osservavano le regole” per non parlare di estenuanti e continui esercizi di arti marziali. La mattina si frantumava l’anca e al pomeriggio si addestrava, così facendo si abitava a sopportare il dolore.
Jackie Chan e il suo rapporto con Bruce Lee: “Ero l’opposto, non volevo essere una sua copia”
Sempre nel corso dell’intervista a La Stampa l’attore Jackie Chan ha raccontato del mito di Bruce Lee dicendo che tutti in Cina volevano un suo erede, qualcuno che ne prendesse appunto l’eredità e la portasse avanti. Ha pure lavorato con lui sul set di un film dove lo fece volare per quattro volte contro una vetrata. Però ci ha tenuto a dire che “ero il suo opposto” e ha lavorato sodo “per non essere una sua copia”.

Jackie Chan, che è coreografo delle sue stesse scene d’azione, che sa tutto del mondo del cinema perché ha cercato di imparare da qualsiasi maestranza avesse sotto gli occhi, ha anche avuto modo di criticare i film d’azione americani dove girano le scene alla velocità della luce senza pensarle prima, senza fare delle prove adeguate, per non parlare delle sceneggiature proposte dove non si capiscono neanche le motivazioni di chi combatte.
