Novità sulla morte di Karine Cogliati: è stato arrestato il 46enne già indagato per occultamento, accusato di averle ceduto la droga che l'ha uccisa
Sono continuate per poco più di tre mesi le indagini sulla morte della 26enne Karine Cogliati, con l’impianto accusatorio che si stringe sempre di più attorno alla figura di Giuseppe Bernardini, il 46enne che era già stato denunciato pochi giorni dopo il ritrovamento del corpo della 26enne con l’accusa di occultamento di cadavere, ipotizzando che fosse stato lui a portare il corpo della ragazza dove poi è stato effettivamente trovato: l’ultimissima novità – che risalirebbe a un paio di giorni fa – è legata al fatto che il 46enne è stato arrestato, passando al primissimo (e di fatto unico) posto della lista degli indagati per la morte di Karine Cogliati.
Partendo dal principio, è bene ricordare che il corpo di Karine Cogliati è stato trovato lo scorso 16 febbraio in un boschetto alle porte di Monza: la 26enne era stata notata da una passante, che aveva lanciato immediatamente l’allarme, ed era stata trovata con le braccia e le gambe legate con la sua stessa felpa; mentre da subito il decesso sembrò essere legato a un possibile malore – poi confermato dall’autopsia immediatamente disposta dagli inquirenti – e la lente si spostò sulla figura di Bernardini, con il quale la vittima aveva da tempo rapporti, non di natura intima.
Karine Cogliati: secondo gli inquirenti sarebbe morta per overdose dopo aver assunto droga con Bernardini
Con il proseguire delle indagini, si era scoperto che Karine Cogliati era da tempo senza fissa dimora e con due figli a carico (non è chiaro se vivessero con lei o siano affidati al padre), tossicodipendente nota alle forze dell’ordine per alcune segnalazioni di secondaria importanza legate proprio agli stupefacenti; mentre si è scoperto anche che a vendere la droga – per lo più cocaina – a Karine Cogliati era proprio Bernardini, gestore di una pizzeria monzese, che aveva creato un piccolo giro di spaccio tra persone che talvolta ingaggiava per consegnare le pizze.
Karine Cogliati era proprio una di quei clienti/dipendenti di Bernardini, e la notte precedente al ritrovamento del corpo risulta che i due si fossero intrattenuti assieme in un motel, dopo l’orario lavorativo, per consumare droga assieme (non risulta che la ragazza abbia subito violenze, né rapporti sessuali di alcun tipo): attorno a mezzanotte la ragazza sarebbe deceduta – conferma l’autopsia – per overdose, e alle prime luci dell’alba, dopo aver trascorso la notte con il cadavere, il 46enne l’avrebbe portata in quel boschetto ed ora è accusato di occultamento di cadavere, morte come conseguenza di un altro reato e detenzione di sostanze stupefacenti ai fini dello spaccio.