Quattro anni dopo l’omicidio di Kristina Gallo, la 26enne trovata senza vita nel suo appartamento di Bologna nel 2019, arriva l’epilogo del processo a carico dell’ex fidanzato, Giuseppe Cappello. Secondo quanto riportato dall’Ansa, l’uomo sarebbe stato condannato a 30 anni di carcere con sentenza del gup del capoluogo emiliano. Il giudice avrebbe accolto la richiesta del procuratore aggiunto.
Il caso di Kristina Gallo fu riaperto tre anni dopo la morte, quando l’ex compagno, allora 44enne, fu arrestato con l’accusa di averla uccisa al culmine di una spirale di stalking ai danni della vittima. Il cadavere della giovane sarebbe stato rinvenuto dal fratello all’interno dell’abitazione, alcuni giorni dopo il decesso. L’iniziale ricostruzione di una possibile morte naturale avrebbe ceduto il passo all’ipotesi di un delitto anche alla luce di alcune testimonianze, rese da amiche e colleghi della vittima, sulla tormentata relazione che Kristina Gallo avrebbe avuto con Giuseppe Cappello. Le indagini avrebbero portato a galla uno scenario totalmente diverso evidenziando il coinvolgimento dell’uomo nella morte della compagna, avvenuta per asfissia meccanica.
Omicidio Kristina Gallo a Bologna: condannato a 30 anni l’ex compagno
Kristina Gallo aveva 26 anni e il 26 marzo 2019 fu trovata morta nell’appartamento dove viveva, alla periferia di Bologna. La scoperta del corpo sarebbe stata fatta dal fratello e inizialmente si pensò ad una morte naturale. Le indagini, però, avrebbero fatto emergere un quadro diverso arrivando a delineare la geometria di un omicidio per cui, tre anni più tardi, sarebbe stato arrestato l’ex compagno Giuseppe Gallo, condannato poche ore fa dal gup di Bologna a 30 anni di reclusione.
Secondo quanto riporta Ansa, sarebbe stato disposto anche un risarcimento alle parti civili, nello specifico i familiari della vittima, assistiti dagli avvocati Francesco Cardile e Cesarina Mitaritonna, e l’associazione “La Caramella buona”, rappresentata dall’avvocato Barbara Iannuccelli. Il cadavere di Kristina Gallo fu trovato riverso a terra, senza indumenti. La riapertura del caso, con l’ipotesi di omicidio aggravato dallo stalking, avrebbe portato alla svolta sfociando nel processo a carico dell’ex. Alla lettura della sentenza, poche ore fa, l’uomo sarebbe stato presente. Difeso dagli avvocati Gabriele Bordoni e Alessandra Di Gianvincenzo, avrebbe lasciato l’aula senza rilasciare dichiarazioni.