In questi giorni nei quali non vediamo il Santo Padre riscopriamo un tratto distintivo della sua figura, che è quello dell’unità
Caro direttore,
è ormai dal 14 febbraio scorso che il Santo Padre è ricoverato al Policlinico Gemelli. Questa notizia ha da subito fatto preoccupare tutto il mondo, non solo quello cristiano cattolico: già nelle ultime uscite era chiaro che il Pontefice non stesse bene, con i discorsi fatti leggere dai collaboratori per la troppa fatica nel parlare. Poi la notizia del ricovero, e insieme a questa la crescente preoccupazione e l’apprensione davanti a ogni comunicato stampa della Santa Sede e alle conferenze dei medici.
Qual è lo stato di salute del Papa? Come sta? Sono domande che ci si ripete spesso da ormai due settimane.
Eppure questo ricovero, il quarto per Francesco dall’inizio del suo pontificato, nonché il più grave e preoccupante per quello che ci è dato di sapere, ha risvegliato nel mondo cristiano, in particolare in quello cattolico, l’affetto per la figura del Papa.
Certamente dopo 12 anni di Pontificato (il 13 marzo sarà il dodicesimo anniversario della sua elezione) è normale, e quasi banale sottolinearlo, assistere all’affetto per questo Pontefice e identificare con la figura del Papa il volto di Francesco. Ma quello che è ancora più grande è che la preghiera incessante della Chiesa sia, ancora prima che per Bergoglio, per il Pontefice.
Per chiarire meglio, si potrebbe dire che non importa chi sia il Santo Padre, quasi che l’identità dell’uomo chiamato a vestire le bianche vesti sia secondaria: il Papa è il Papa, e la Chiesa, tutta la Chiesa, prega per lui.
In questi giorni si è parlato di fazioni nella Chiesa (certamente si può essere d’accordo o meno con alcune sue decisioni, nomine, documenti, ma questo è un discorso ben più ampio e complicato di questa breve lettera), eppure, a dispetto di questa narrazione, tutti pregano per lui, il mondo prega per il Papa, per il “dolce Cristo in Terra”.
In questi giorni di Pontificato, dove non vediamo il Santo Padre, e forse è la prima volta da tanto tempo che un Pontefice non si fa vedere in pubblico per un periodo così lungo, riscopriamo un tratto distintivo della sua figura, che è quello dell’unità: “Il romano Pontefice, quale successore di Pietro, è il perpetuo e visibile principio e fondamento dell’unità sia dei vescovi sia della moltitudine dei fedeli” (Lumen gentium, 23).
Quell’unità chiesta da Cristo al Padre nella preghiera sacerdotale (cfr. Gv 17) e che, come dimostra la preghiera del popolo di Dio di questi giorni, è fondata sulla preghiera, dunque sulla presenza di Cristo stesso nella Chiesa che mai lascia sola (cfr. Mt 8, 23-27).
Dunque sì, preghiamo per il Santo Padre, coscienti della grandezza del ministero che ricopre Francesco.
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