La Legge di bilancio sta per affrontare l’iter parlamentare e si parla già di un nuovo scostamento di bilancio che dovrebbe attestarsi a 20 miliardi di euro. L’aumento del debito pubblico verrà in ogni caso esaminato dalla Commissione europea, nonostante la sospensione del Patto di stabilità e crescita. Lo squilibrio macroeconomico eccessivo dell’Italia, come è stato spiegato ieri, sarà oggetto di analisi che Bruxelles diffonderà in primavera, insieme alle valutazioni sul Recovery plan. Secondo Mario Baldassarri, ex viceministro all’Economia e Presidente del centro studi EconomiaReale, il giudizio sul debito non dipende solo dal suo ammontare e l’Italia avrebbe bisogno di una manovra almeno da 100 miliardi di euro.
MANOVRA E LAVORO/ Le nuove spaccature, tra garantiti e non, create dal Governo
Partiamo anzitutto dalla Legge di bilancio rivista e approvata a inizio settimana dal Governo. Cosa ne pensa?
L’entità è sostanzialmente uguale a quella che era stata già annunciata nella Nadef e nel Documento programmatico di bilancio. Di fatto siamo di fronte a una manovra che è stata pensata e articolata prima della seconda ondata ed è quindi basata su numeri e previsioni oggi totalmente saltati. Dal punto di vista dei contenuti, essenzialmente vengono prorogati dei provvedimenti presi durante l’anno. Anche lo scostamento di bilancio che dovrebbe essere approvato a breve era scontato. Era stato annunciato per 25 miliardi di euro, ora sembra che sarà di 20.
LEGGE DI BILANCIO/ "Bonus senza ripresa e con un occhio alle elezioni"
Qual è a suo avviso la principale lacuna di questa manovra?
La presa in giro totale degli indennizzi a fondo perduto per le imprese. Gli hanno cambiato nome e chiamati ristori, ma sempre di presa in giro si tratta, perché basta confrontare la perdita di fatturato delle imprese di questi mesi con i fondi attivati.
Cosa dice questo confronto?
Nei settori penalizzati dal lockdown generalizzato e dalle attuali restrizioni si stimano almeno 50 miliardi di fatturato perso, a fronte dei quali sono stati stanziati 2,5 miliardi per gli indennizzi. Basta confrontare queste due macrocifre per capire che siamo di fronte a una presa in giro. Inoltre, queste poche risorse rischiano di risultare inutili dal momento che se un’attività perde 100.000 euro di fatturato e riceve un indennizzo di 5.000 euro non può certo sopravvivere a lungo.
FINANZA/ Debito e rigore, lo scontro nella Bce che vale il futuro dell’Italia
Secondo lei per aiutare le imprese si doveva intervenire in modo diverso anche sulle scadenze fiscali?
Se un’impresa quest’anno non è in grado di pagare le tasse, i rinvii non servono a nulla se non a spostare in avanti il problema. La cosa più saggia sarebbe quella di cancellare le scadenze fiscali, anche perché le aziende non hanno i soldi per versare le imposte e non li avranno certamente da qui a un anno. A meno che non si voglia aumentare la mole dei crediti inesigibili del fisco.
Lei avrebbe quindi pensato a una Legge di bilancio diversa?
Di fronte ai nuovi numeri determinati dalla seconda ondata pandemica, cioè un Pil che quest’anno non scenderà del 9% come stimato dal Governo, ma dell’11%, mentre l’anno prossimo crescerà dell’1,5% e non del 6%, serve una manovra almeno da 100 miliardi di euro, non da 38.
FINANZA/ Debito e rigore, lo scontro nella Bce che vale il futuro dell’Italia
Come si potrebbe reperire una cifra così alta?
La manovra sarebbe finanziabile con i fondi europei. Oltre a uno scostamento di bilancio per 25 miliardi, emettendo quindi titoli di stato sul mercato, con i 38 miliardi del Mes, i 25 del Sure e i 20 derivanti dall’anticipazione del Recovery fund, si supererebbero i 100 miliardi.
Il debito pubblico però aumenterebbe e la Commissione europea ha già puntato il faro sull’Italia…
Il giudizio sul debito tiene conto delle fonti di finanziamento e dell’utilizzo che viene fatto delle risorse. È chiaro che quei 100 e passa miliardi derivano da fondi europei che vanno però utilizzati a fronte di una buona spesa. Bisogna presentare progetti di riforme e di investimenti.
FINANZA/ Debito e rigore, lo scontro nella Bce che vale il futuro dell’Italia
Dove dovrebbero essere utilizzati questi fondi?
Anzitutto è necessario potenziare gli indennizzi a fondo perduto per le imprese, in modo che possano sopravvivere. Dopodiché occorrono progetti per sanità, trasporti pubblici locali, scuola, banda larga, manutenzione stradale, ferrovie, porti, aeroporti, piastre logistiche. Ci si è dimenticati, per esempio, dell’alta velocità Napoli-Bari, della Bologna-Lecce piuttosto che della Salerno-Reggio Calabria, con a quel punto un prolungamento in Sicilia con il Ponte sullo Stretto. O dell’autostrada Livorno-Civitavecchia. Nei prossimi anni avremo a disposizione circa 300 miliardi di euro di fondi europei, con i quali possiamo compiere un enorme salto di qualità dal punto di vista della produttività totale dei fattori, che ha come base moderne infrastrutture e tre settori fondamentali, ovvero scuola, sanità e trasporti pubblici locali.
FINANZA/ Debito e rigore, lo scontro nella Bce che vale il futuro dell’Italia
Tornando alla Legge di bilancio approvata dal Governo, non trova che ci sia il rischio di creare una divisione sociale nel momento in cui i sindacati proclamano un sciopero per i fondi stanziati per il pubblico impiego ritenuti insufficienti?
Purtroppo in questi mesi si è già determinata una spaccatura sociale tra chi ha un posto garantito, magari in smart working come nella Pa o nel settore bancario, e i lavoratori autonomi e le piccole medie imprese che non hanno alcuna protezione. Non ci si può meravigliare poi che ci sia un aumento dei depositi bancari: c’è una parte della società che non ha perso lo stipendio e che di fronte all’incertezza non spende e accumula risparmia. Ci si dimentica però che ce n’è un’altra che non può spendere perché non ha reddito tantomeno risparmiare.
FINANZA/ Debito e rigore, lo scontro nella Bce che vale il futuro dell’Italia
E per questo si è pensato di stanziare altri fondi per il Reddito di cittadinanza, scelta che sta facendo discutere non poco. Lei cosa ne pensa?
Il fallimento del Reddito di cittadinanza è clamoroso. Certamente è giusto sostenere chi ha bisogno nell’immediato con un reddito, ma la vera sconfitta del Reddito di cittadinanza sta nell’impossibilità di trovare un lavoro al beneficiario. Si condannano quindi le persone a essere sussidiate a vita. Senza dimenticare gli imbrogli, le prestazioni erogate a chi non avrebbe titolo o cumulate con il lavoro nero. La cronaca ci ha parlato più volte di casi del genere, ma purtroppo sono solo la punta dell’iceberg.
(Lorenzo Torrisi)