L’Aquila fa notizia nel mondo per la sua resilienza: ha saputo risollevarsi dopo il terremoto e il Covid diventando una città modello
“L’Aquila è un esempio europeo di rigenerazione culturale e territoriale”. A dirlo, nei giorni scorsi, è stata l’Agence France-Presse, una delle principali agenzie di stampa internazionali. Un riconoscimento significativo, che arriva anche alla luce di un rilevante aumento di visitatori stranieri nel 2024: la città, secondo le stime del Comune dell’Aquila, ha registrato un +28% di turisti internazionali, segno che il territorio è tornato ad essere, dopo il sisma del 2009 e dopo la pandemia, destinazione d’eccellenza.
I numeri, del resto, parlano chiaro: oltre all’aumento di visitatori internazionali, sono cresciuti a doppia cifra anche gli arrivi complessivi (+18%) e le presenze totali (+14%), a testimonianza di un percorso di rilancio turistico e culturale ormai ben avviato. L’Aquila ha sposato infatti un modello fondato sulla valorizzazione dell’identità locale, del patrimonio artistico e delle tradizioni, che sta generando risultati concreti e tiene la città al riparo dall’overtourism.
Che L’Aquila ormai attiri lo sguardo delle testate internazionali è un dato di fatto: l’attenzione ricevuta dall’AFP è la conferma che il percorso intrapreso ha superato i confini nazionali, contribuendo a consolidare l’immagine della città a livello europeo.
L’amministrazione guidata da Pierluigi Biondi (Fratelli d’Italia) prosegue con determinazione il cammino verso il 2026. Tra le tappe più importanti di questo percorso, la nuova edizione della Perdonanza Celestiniana, giunta quest’anno al 731esimo appuntamento.
Ricorrenza quasi millenaria riconosciuta dall’UNESCO, la Perdonanza è l’unico Giubileo annuale – celebrato dal 1294 presso la Basilica di Collemaggio – e quest’anno tornerà dal 23 al 30 agosto con un cartellone ricco di nomi ed eventi, consegnando una città rinnovata e pronta ad accogliere la sfida culturale che la attende nel 2026.
L’Aquila, inoltre, si candida a diventare un modello per le aree interne del Paese, territori spesso marginalizzati dai grandi flussi economici e turistici, ma che custodiscono un patrimonio inestimabile di storia, cultura e identità.
La scelta di puntare sulla cultura come motore di sviluppo – attraverso eventi di respiro internazionale, valorizzazione del patrimonio artistico e strategie di rigenerazione urbana – dimostra come sia possibile innescare dinamiche virtuose capaci di generare crescita, coesione sociale e nuova attrattività. Non si tratta solo di promuovere turismo, ma di costruire un futuro duraturo per comunità resilienti, che dopo aver affrontato calamità come il sisma del 2009, dimostrano di saper trasformare la fragilità in forza.
Attribuire all’Aquila il titolo di Capitale italiana della cultura per il prossimo anno, infatti, rientra in una precisa strategia di sostegno alla città, nell’ottica di favorire l’ultimo miglio della ricostruzione: una dimostrazione di fiducia nei cittadini, nelle istituzioni locali e in un’amministrazione che ha saputo trasformare una storia difficile in un’opportunità di rinascita.
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