Del caso di Laura Ziliani si è tornati a parlare nel corso della trasmissione “Ore 14”, andata in onda nel pomeriggio di oggi su Rai Due e condotta da Milo Infante. Subito è stata diffusa una notizia, raccolta in esclusiva dall’inviata Nicole Di Giulio: “Abbiamo ascoltato due testimoni che non hanno ancora parlato con gli investigatori. Si tratta di vicini di casa di Laura a Temù, in via Ballardini, le cui pareti sono attaccate a quelle della ex vigilessa uccisa. Quella notte tra il 7 e l’8 maggio hanno riferito di avere udito rumori anomali e di non essere neanche riusciti a dormire. Hanno detto di non avere parlato con gli inquirenti perché è passato troppo tempo e hanno paura di finire nei guai”.
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Una pista che, a questo punto, meriterebbe di essere approfondita, visto e considerato che il lasso temporale riferito dai vicini coincide con le tempistiche dell’uccisione della Ziliani. Non è tutto, però: Silvia e Paola Zani, le due figlie di Laura indagate per la sua morte con Mirto Milani (fidanzato di Silvia), il 5 luglio, una settimana dopo la loro iscrizione nel registro degli indagati, avrebbero iniziato ad accusare problemi psichiatrici e intenti suicidari. In particolare, avrebbero tentato due volte il suicidio.
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Su questo secondo aspetto, Nicole Di Giulio ha riferito che “Ore 14” ha una fonte certa dalla quale questa storia è venuta a galla con prepotenza: “Nella prima circostanza, le due sorelle sarebbero salite sulla Torre dei francesi del castello di Brescia tentando di buttarsi di sotto, poi avrebbero desistito. La seconda volta, invece, avrebbero provato a togliersi la vita nell’ufficio del loro legale, quando quest’ultimo ha paventato loro la possibilità dell’arresto”.
I loro parenti avrebbero chiamato il 118 e sarebbe giunta in loco una sola ambulanza, che le avrebbe trasportate agli Spedali Civili di Brescia, ove i medici avrebbero optato per il ricovero. Silvia sarebbe stata una settimana in degenza a Brescia, mentre Paola, la sorella più piccola, sarebbe stata trasferita per carenza di posti al nosocomio di Montichiari per ben due settimane.
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