Dopo circa sei ore di trattative a un tavolo cominciato intorno alle 15:30 di ieri, sindacati e Confindustria hanno siglato un accordo unitario sui contratti e la rappresentanza sindacale. L’accordo è molto importante, anche perché era dal 2007 che non veniva firmata un’intesa unitaria tra le tre confederazioni sindacali. Eccone i principali contenuti.
I contratti aziendali diventeranno più forti ed esigibili, in modo che possano anche rafforzare produttività, occupazione e retribuzioni. Il contratto nazionale resta comunque la cornice principale con la funzione di garantire la certezza dei trattamenti economici e normativi per tutti i lavoratori del settore.
I contratti aziendali una volta firmati dalla maggioranza delle Rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) saranno validi “erga omnes”, cioè per tutti i lavoratori e per tutti i sindacati. In presenza delle Rappresentanze sindacali aziendali (Rsa), quando esse approvano i contratti aziendali, questi dovranno poi essere sottoposti a referendum tra i lavoratori cui dovranno partecipare il 50% più uno degli aventi diritto per essere validi.
Perché un contratto sia valido erga omnes è quindi importante che ci sia una certificazione della rappresentatività effettiva dei lavoratori da parte dei sindacati. Questa verrà determinata secondo le trattenute sindacali registrate attraverso l’Inps e i voti ricevuti da ogni organizzazione nelle elezioni delle Rsu. Per partecipare ai negoziati, è necessario che il dato della rappresentatività per ciascuna organizzazione sindacale superi il 5% del totale dei lavoratori della categoria.
I contratti aziendali che definiscono clausole di tregua sindacale per garantire l’esigibilità degli impegni assunti saranno vincolanti per tutte le rappresentanze sindacali dei lavoratori e i sindacati e non per i singoli lavoratori. Saranno inoltre efficaci i contratti aziendali già conclusi con intese modificative del contratto nazionale e in futuro essi potranno contenere regole per aderire alle esigenze degli specifici contesti produttivi modificando il contratto nazionale. Questo punto sembra importante per venire incontro alle richieste di Fiat circa i contratti già sottoscritti a Pomigliano d’Arco e a Mirafiori.
Le parti hanno poi chiesto al governo di continuare ad incentivare il secondo livello contrattuale, rendendo strutturali le misure di riduzione di tasse e contributi.