Sono 260mila i precari della pubblica amministrazione e per loro “non è possibile pensare a una stabilizzazione di massa”. Lo ha dichiarato il ministro della Pubblica amministrazione Filippo Patroni Griffi, in audizione alla commissione Lavoro della Camera. «Il ministro non poteva che confermare, anzi ha addirittura aumentato – dice Michele Gentile, coordinatore del dipartimento della Funzione pubblica della Cgil, a ilSussidiario.net -, i dati che noi avevamo già presentato. Tengo, però, a sottolineare che questi dati sono in contrasto con quanto detto dall’ex ministro Brunetta che, solo due anni fa, diceva che nella Pubblica amministrazione i precari erano spariti. Quindi, i casi sono due: o aveva ragione Brunetta e tutti questi precari sono stati assunti dal nuovo Governo oppure, come io penso, questo è il quadro esatto che abbiamo ereditato». Patroni Griffi parla di stabilizzazione di massa, ma per Gentile è un termine improprio. «Chiaramente non parliamo di tutti. Se escludiamo i 130mila del comparto scuola che, andrà discussa a parte, ne restano altri 130mila, nel dettaglio 115mila nella sanità e 15mila negli enti locali. Per loro la scadenza deve essere prorogata almeno sino al 31 luglio dell’anno prossimo, come stabilito la scorsa settimana durante due riunioni fatte proprio con Patroni Griffi. Sebbene, a ora non ci è ancora dato sapere quale sarà lo strumento normativo per poter prolungare questi contratti. Prima ci è stato detto che sarà contenuta nella Legge di Stabilità e poi in un decreto legge apposito: qualsiasi essa sia, vorremmo vederla pubblica in Gazzetta Ufficiale».
Per Gentile si tratta di 130mila contratti che reggono servizi pubblici e che devono rimanere in forza delle funzioni specifiche delle amministrazioni, ma «a questo punto, o si pensa che questi lavoratori debbano restare a tempo determinato per tutta la vita, oppure il ministro ci deve spiegare come ripensare un modo per garantire servizi pubblici con contratti stabili. Noi dobbiamo fornire ai precari che lavorano nelle Pa, una prospettiva di lavoro permanente, così come ai tantissimi vincitori di concorso che attualmente, in forza di una legge sbagliata e del blocco delle assunzioni, non hanno un posto di lavoro».
Il ministro Patroni Griffi ha poi aggiunto che “sarebbe contro il dettato costituzionale e andrebbe contro la possibilità di entrata nelle Pa dei giovani”. «Il ministro avrebbe ragione – spiega Gentile – se si trattasse di una stabilizzazione di massa senza una qualsiasi prova selettiva, ma dal momento che non è così, vorrei chiedergli se per lavorare nella Pubblica amministrazione sia necessario essere precari. Io credo che persino la Costituzione impedisca una fatto del genere».
Il titolare del dicastero della pubblica amministrazione ha aggiunto che, in base ai tagli previsti dalla spending review, gli esuberi dovrebbero arrivare a circa 7.300. «Voglio ribadire – dice ancora Gentile – che queste cifre si riferiscono solamente alle amministrazioni centrali: esclusi quindi comuni, province, regioni e sanità. Ci era stato detto, secondo un primo conteggio, che le eccedenze riferite al primo decreto ammontavano a 4028 esuberi: non erano stati conteggiati l’Inps, e alcuni importanti ministeri fra cui Interno ed Esteri. A mio modo di vedere, le cifre fornite da Patroni Griffi sono inesatte poiché dai nostri conteggi è probabile che il personale in eccedenza sia superiore. Si tratta di personale che verrà smaltito attraverso il pre-pensionamento, la mobilità nelle varie amministrazioni o il ricorso al part-time. Se dovessero risultare ancora esuberi, scatterebbe la cosiddetta mobilità obbligatoria che comporta un periodo di 24 o 48 mesi all’80% dello stipendio base, alla fine del quale scatterebbe il licenziamento. Noi ci opporremo con qualsiasi mezzo perché ciò non avvenga».