Il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti è tornato sulla vicenda della sentenza della Consulta, che potrebbe incidere notevolmente sulla futura riforma delle pensioni. Dopo le dichiarazioni di Padoan dei giorni scorsi, Poletti non è entrato nel merito, confermando che il Governo non ha ancora preso una decisione definitiva su modalità e tempistiche del rimborso (probabile un rimborso parziale ispirato a criteri di progressività, come accennato da Padoan), intenzionato a “sviluppare un’analisi completa e puntuale dei contenuti della sentenza”. Il ministro, tuttavia, ha ribadito che le decisioni verranno prese in tempi rapidi, prima delle elezioni amministrative, che si terranno domenica 31 maggio.
La Regione Piemonte è pronta a precedere le scelte di governo e parlamento sulla riforma delle pensioni, varando una sorta di reddito minimo per circa 8mila lavoratori rimasti senza lavoro e lontani ancora dall’età pensionabile. Lo ha detto Sergio Chiamparino, spiegando che questo sussidio verrebbe dato a chi ha è al massimo a tre anni dalla pensione. A quanto pare ci vorranno dai sei mesi a un anno per trasformare la proposta in realtà.
Il rimborso per la mancata indicizzazione delle pensioni varata dal Governo Monti potrebbe arrivare a settembre. Il Messaggero scrive infatti che Renzi avrebbe parlato con il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, spiegando che il peso finanziario dell’operazione andrebbe studiato con attenzione e che quindi è meglio attendere settembre, quando sarà varata la legge di stabilità. Il ministro Padoan spingerebbe invece per una soluzione più rapida. Vedremo se lunedì ci sarà un Consiglio dei ministri e che cosa ne uscirà.
In attesa di intervenire sui rimborsi ai pensionati dopo la sentenza della Consulta, il Governo ha emanato un decreto con cui offre uno sconto fiscale ai fondi pensione e alla Casse previdenziali (tra l’altro colpite da un aumento della tassazione nell’ultima Legge di stabilità) che investano nell’economia reale, attraverso azioni, obbligazioni o quote di organismi collettivi del risparmio, con un obiettivo di medio-lungo termine (almeno 5 anni). Il credito d’imposta garantito è di 80 milioni di euro e i settori in cui si potrà investire, riporta Il Sole 24 Ore, sono: infrastrutture turistiche, culturali, ambientali, idriche, ferroviarie, portuali, aeroportuali, sanitarie, immobiliari pubbliche non residenziali, delle telecomunicazioni e della produzione e trasporto di energia.
Continua il dibattito sulla sentenza della Consulta, argomento correlato alla possibile riforma delle pensioni, che diventerebbe difficoltosa in caso di elevato esborso da parte delle casse pubbliche. La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il blocco delle indicizzazioni delle pensioni superiori ai 1.500 euro, introdotto nel 2011 dal governo Monti con il decreto Salva Italia, costringendo l’attuale governo a trovare le risorse necessarie per effettuare il rimborso.
Attesa per il decreto, che stabilirà modalità e tempistiche del rimborso, ma il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha annunciato che i rimborsi avverranno in maniera progressiva (criterio che potrebbe escludere dalla rivalutazione le pensioni più elevate, o quantomeno prevedere un rimborso ridotto).
TIto Boeri, in audizione alla Commissione di Vigilanza sull’Anagrafe Tributaria (presieduta da Giacomo Antonio Portas) è intervenuto sulla vicenda, suggerendo al Governo di assicurare equità non solo intragenerazionale (in riferimento al rimborso su basi progressive) ma anche intergenerazionale: “Non si possono chiedere prelievi ulteriori a chi è destinato ad avere prestazioni future più basse”, ha detto il presidente dell’Inps, che si riferisce direttamente a chi percepirà la pensione calcolata con il metodo contributivo, penalizzante rispetto al metodo retributivo.