Si sa che nella scuola il calendario lavorativo è diverso (anche se il caso dei famosi “Quota 96” dimostra che non tutti sembrano esserne a conoscenza) e i pensionamenti partono il 1° settembre. Manca quindi davvero poco per l’ultima scadenza riguardante i dati che devono essere trasmessi dagli Uffici scolastici provinciali. Tale scadenza è infatti fissata al 2 luglio.
Pier Paolo Baretta ieri ha preso parte a un incontro dal titolo “Flessibilità nel sistema pensionistico”, organizzato dai deputati Pd. Il sottosegretario all’economia ha ribadito l’utilità dell’introduzione di un meccanismo che permetta agli italiani di andare in pensione a 62 anni, anche se questo ha un costo per le casse pubbliche. Baretta ha spiegato, in linea con quanto già detto da Cesare Damiano, che si tratterebbe di una misura positiva anche per i giovani in cerca di occupazione.
Stop a incarichi ai pensionati dal 30 giugno: la Provincia di Trento cerca di recepire la circolare Madia, vietando che nelle agenzie, negli enti strumentali, oltre che nella stessa Provincia, sia dati cariche o incarichi di consulenza, collaborazione e studio a chi è già in pensione. I pensionati possono invece ricevere incarichi di ricerca, docenza, collaborazione non organizzata dal committente, incarichi di difesa legale e incarichi professionali in campo sanitario e affidamenti a imprese quando di tratta di appalti di servizi, spiega Il Trentino.
L’unione fa la forza. E così la Cassa nazionale di previdenza dei ragionieri lancia la proposta di un fondo di garanzia tra tutte le casse dei professionisti per far fronte a rischi di fallimento, evitando spiacevoli sorprese per i pensionati e per i lavoratori che versano i propri contributi. In effetti le casse private non hanno vissuto un bel periodo ultimamente, dunque l’idea potrebbe non essere da scartare a priori.
Il Decreto Pensioni ha concluso l’esame della commissione Lavoro della Camera. Mercoledì 24 il provvedimento approderà in aula. Tra gli ultimi emendamenti approvati vi è anche quello che sterilizza le rivalutazioni da eventuali futuri andamenti negativi dell’economia, per il quale sono stati stanziati 80 milioni di euro.
Nessuna marcia indietro del Governo sul decreto che attribuirà un rimborso solo parziale ai pensionati, ad agosto, nonostante le proteste piovute da più parti. I sindacati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil hanno indetto due manifestazioni nazionali per protestare contro il provvedimento del Governo, fissati per il 24 giugno e il 15 luglio. Le associazioni dei lavoratori contestano la decisione del Governo di rimborsare solo parzialmente i pensionati e chiedono “maggiore rispondenza alla sentenza della Corte Costituzionale”, che ha dichiarato incostituzionale il blocco delle indicizzazioni delle pensioni, introdotto dal decreto Salva Italia del 2011, che ha colpito gli assegni 3 volte superiori al minimo (quelli non inferiori ai 1.500 euro circa). I sindacati hanno chiesto miglioramenti al decreto, in particolare “che sia incrementato l’importo mensile del montante pensionistico, per impedire che il danno verso i pensionati diventi permanente”. Nei giorni scorsi l’Ufficio Parlamentare di Bilancio ha stimato che il Governo, con il rimborso di agosto, restituirà, complessivamente, il 12% delle risorse perse dai pensionati con l’introduzione della norma da parte del Governo Monti.