La giornata di oggi vede poche forme di sciopero su tutto il territorio, dopo il blocco aereo della giornata di ieri che comunque non ha generato eccessivi disagi al trasporto degli utenti. Oggi, 12 ottobre 2016m, segnaliamo la pressoché totale assenza di scioperi dei trasporti sull’intero arco urbano ed extraurbano, mentre sono le aziende sotto presidio che oggi presentano le principali agitazioni sindacali con relative richieste al governo Renzi. Partiamo dal caso più scottante, la situazione di Almaviva: oggi continuano infatti le azioni a difesa dei lavoratori da parte delle sigle Slc Cgil di Roma e Lazio. I motivi vengono spiegati con una nota di fuoco della Cgil: «Almaviva Contact chiude le sedi di Roma e Napoli licenziando rispettivamente 1666 e 845 persone. Nella dichiarazione di esuberi l’azienda afferma la necessità di consolidare le attività svolte fino a oggi nel sito di Roma presso altre sedi, semplicemente prendendo le commesse (Inps, Trenitalia, Eni) e facendo svolgere queste attività da un’altra parte». Si tiene dunque oggi lo sciopero con presidio unitario in concomitanza dell’incontro forse decisivo al ministero dello Sviluppo Economico previsto per le 14.30.
Le accuse sono forti dei sindacati: «La decisione di Almaviva è assolutamente irresponsabile e sconsiderata. È del tutto evidente che produrrà delle ‘bombe sociali’, perché rinunciare a 1.700 posti di lavoro a Roma è un disastro, così come lo è altrettanto toglierne 800 a Napoli, senza dimenticare i 150 trasferimenti dalla sede di Palermo a Rende in Calabria». La richiesta è diretta al governo e alla Regione Lazio, «che possano bloccare immediatamente le iniziative che produrrebbero ulteriori tensioni sociali». In sciopero oggi anche i dipendenti di Cementir in Puglia, con altre 24 ore di astensione al lavoro per ribadire il no ai licenziamenti annunciati dall’azienda ad inizio mese. Come riporta il sito La Ringhiera, «L’agitazione è stata proclamata da Feneal Uil, Fillea Cgil e Filca Cisl. Gli operai hanno tenuto un presidio sotto Palazzo del Governo per chiedere al prefetto la convocazione di un incontro a livello istituzionale per discutere la vertenza. Una vertenza sulla quale, finora, si è registrato un assordante silenzio delle istituzioni».