Cesare Damiano non ha dubbi: la priorità per il Partito democratico deve essere l’Agenda sociale, con interventi di riforma delle pensioni, di contrasto alla povertà e creazione di posti di lavoro. Tanto più dopo i dati comunicati dall’Istat sulla crescita del Pil. “La battaglia sulla distribuzione delle risorse nella legge di Bilancio sarà dunque fondamentale e soprattutto senza esclusione di colpi. Se non verranno destinati almeno 2 miliardi di euro alle pensioni (ai quali aggiungere quanto ancora a disposizione nel Fondo dei lavori usuranti), le soluzioni che si stanno individuando al tavolo di confronto tra Governo e sindacati diventeranno carta straccia”, spiega l’ex ministro del Lavoro.
La riforma delle pensioni cui sta lavorando il Governo potrebbe non essere approvata con la Legge di stabilità. Dopo la stima sul Pil italiano nel secondo trimestre diffusa ieri, sembra che il Tesoro non ritenga utile concentrare le risorse su questo capitolo. Questo almeno è quanto segnala Formiche.net, ricordando anche come proprio il Mef non abbia elencato tra le misure in cantiere quella della riforma delle pensioni. Non c’è nulla però di certo, anche perché proprio meno di una settimana fa il Premier Renzi ha fatto capire che il Governo deve trovare delle risorse per le pensioni. Il dibattito sulla riforma delle pensioni sta “distraendo” l’Italia dai più gravi problemi. Lo evidenzia Massimo Salini, che evidenzia che “il governo da mesi parla di banche e pensioni e lascia che l’Europa uccida la manifattura”. L’europarlamentare di Forza Italia, dopo la pubblicazione dei dati sul Pil italiano, non può fare a meno di notare che “a fermare l’Italia è il blocco della produzione industriale”. E di certo non aiutano gli accordi internazionali che penalizzano proprio la nostra industria. Senza dimenticare che avere 28 sistemi fiscali diversi in Europa non aiuta. “La prima riforma, di cui ha bisogno l’Italia consiste nel recupero di un’autentica cultura d’impresa”, spiega quindi Salini. Che poi aggiunge” “Anche su questo, Renzi ha parlato in un senso e ha agito nel senso opposto. E ora la realtà presenta il conto”.
Sinistra Italiana è pronta alla sua prima festa nazionale, che si terrà a Pescara dal 1° al 4 settembre. La formazione politica in cui sono confluiti diversi parlamentare del Pd delusi dalle politiche di Renzi ritiene che tra i temi importanti per l’Italia vi sia quello della riforma delle pensioni. “Ci aspettano il referendum costituzionale dell’autunno e la grande campagna per il No con cui vogliamo attraversare il Paese. Un No che per noi è anche la condizione per difendere i diritti garantiti dalla prima della Costituzione ed è per questo che molto spazio sarà dedicato anche ai temi sociali, dal reddito alle pensioni agli investimenti necessari nel settore dell’istruzione e della conoscenza”, si legge nella nota di presentazione dell’evento.
Mentre si discute di riforma delle pensioni, arriva dalla Covip un dato certamente interessante. Nel primo semestre del 2016, infatti, sono cresciute (+3,9%) le adesioni alla previdenza complementare. Come ricorda Il Sole 24 Ore, sono ormai 7,5 milioni i lavoratori che utilizzando i fondi pensione, che hanno fatto registrare un rendimento medio netto dell’1%, contro una rivalutazione del Tfr pari allo 0,6%. Il quotidiano di Confindustria ricorda che la previdenza complementare potrebbe avere un ruolo importante nell’Ape, attraverso la Rita, che consentirebbe di “finanziare” il proprio prestito pensionistico mediante il proprio fondo pensione.
Maurizio Landini vede un “autunno impegnativo” a livello sindacale. Anche perché occorre un piano per la riforma delle pensioni, “certamente non quello che ha in mente di fare il governo e cioè che una persona per andare in pensione deve chiedere un prestito alla banca o un mutuo; questa è una sciocchezza e una follia nei confronti delle persone”, spiega il Segretario generale della Fiom in un’intervista ad Affaritaliani.it. Il sindacalista non esclude che si possa arrivare allo sciopero sul tema delle pensioni, anche perché “da parte di chi lavora c’è la richiesta di tutelare e di affrontare in modo serio il problema delle pensioni, dando questo diritto anche ai giovani che oggi non ce l’hanno”. Landini ribadisce poi il suo sostegno alle richieste dei lavoratori precoci: “Una persona quando ha lavorato per più di 40 anni in un luogo di lavoro ha diritto ad andare in pensione, non è un privilegio”. E torna poi sull’Ape, spiegando che “è un’offesa e una presa in giro alle persone che per tanti anni hanno pagato i contributi. È una follia finanziaria, non è giustizia sociale”.