La trattativa tra sindacati e Governo sulla riforma delle pensioni non sarà facile. Lo ricorda Massimo Brancato. In un’intervista a L’Unità, il Segretario nazionale della Fiom-Cgil evidenzia in particolare come la proposta unitaria sindacale sia “complessa e ardua da accettare per il Governo”. Il sindacalista ha poi voluto ricordare quanto già sottolineato da Susanna Camusso: non sono state chiarite ancora le criticità emerse “sui lavoratori precoci e sulle risorse disponibili”. Vedremo quindi se martedì 27 settembre ci saranno novità su questi temi.
Non c’è soddisfazione per il Colap, nemmeno per quello che il Governo sta facendo in tema di riforma delle pensioni. Il Coordinamento libere associazioni professionali, come spiega la sua Presidente Emiliana Alessandrucci in un’intervista a Il Giornale, ha chiesto più volte di incontrare Giuliano Poletti, ma hanno ottenuto di parlare solo con Tommaso Nannicini. La rappresentante dei lavoratori autonomi boccia la riduzione della contribuzione previdenziale che si vuol varare con la Legge di bilancio, “perché se il Pil è in perdita come adesso il rischio è quello di far pagare poco ma con prestazioni future bassissime. La pensione così ce la sogniamo”. Riguardo l’Ape, che riguarderà anche i lavoratori autonomi, la Alessandrucci ritiene che sia “talmente complicata che nessuno la farà”.
L’attenzione sulla riforma delle pensioni sta forse facendo passare inosservata all’opinione pubblica la situazione dell’Inps. Ci pensa Ferruccio de Bortoli, in un articolo sul quotidiano che ha diretto, Il Corriere della Sera, a segnalare quanto Tito Boeri sia stato “abbandonato” dal Governo nella sua battaglia con Massimo Cioffi, direttore generale dell’Inps. Boeri forse paga nei confronti dell’esecutivo la sua libertà di pensiero. E qualche irritazione per le sue dichiarazioni quasi da ministro ombra del Lavoro. È favorevole a una certa flessibilità in uscita ma teme l’aumento in prospettiva della spesa pensionistica, non condivide l’estensione della no tax area. La corresponsione della quattordicesima senza limiti – anche per esempio al marito di una manager benestante – lo lascia perplesso”, scrive de Bortoli.Che conclude così il suo articolo: “O Boeri ha ancora la fiducia di Renzi e allora va sostenuto senza indugi nella sua azione di rottura di vecchi equilibri e inefficienze. Oppure l’ha perduta e va sostituito. Magari spiegando perché”.
La riforma del sistema pensionistico è probabilmente il tema che sta maggiormente appassionando gli italiani in questo periodo con il Governo ed i sindacati che stanno portando avanti una lunga opera di concertazione che si spera possa portare a soluzioni efficaci ed utili al cittadino. La massima attenzione è rivolta all’Ape ma ci sono tanti altri ambiti molto importanti come del resto ha ricordato la Uil elencando gli interventi che dovrebbero essere effettuati: ” In particolare occorrerà individuare una soluzione per i lavoratori precoci, rendere non onerose le ricongiunzioni dei periodi contributivi, abolire strutturalmente la penalizzazione per chi va in pensione con 42 anni di contributi ed ha meno di 62 anni di età, semplificare l’accesso alla pensione per chi ha svolto lavori usuranti allargandone le maglie, equiparare la no tax area per tutti i pensionati, estendere la quattordicesima ai pensionati con redditi fino a 1.000 €”.
C’è grande attesa per l’incontro che il prossimo 27 settembre vedrà il Governo e le parti sociali insieme per trovare un punto di condivisione per riformare il sistema pensionistico soprattutto per quanto concerne l’uscita anticipata dal mondo del lavoro. Intanto Cesare Damiano, esponente del Partito Democratico e Presidente della Commissione Lavoro alla Camera ha voluto ricordare l’importanza che dal prossimo 27 settembre possa uscirne un testo scritto: “Mi auguro che l’incontro tra Governo e sindacati del 27 settembre si concluda con la più larga convergenza possibile e con un testo scritto: verbale, accordo, protocollo o dichiarazione che sia. Si tratta di un punto indispensabile non solo perché scripta manent ma perché senza un testo sarebbe impossibile una corretta trascrizione legislativa dei punti di accordo e crescerebbero i margini di arbitrio e le possibili interpretazioni”.
Per Claudio Cominardi, la riforma delle pensioni all’insegna della flessibilità è necessaria. Tuttavia, il deputato del Movimento 5 Stelle ritiene che sia un errore varare un’altra norma a favore delle banche quale sarebbe l’Ape. Il componente della commissione Lavoro della Camera, in un’intervista a Radio Radicale, evidenzia anche che ci sono dei lavori, come quelli in edilizia, che non vengono ritenuti usuranti, come invece il buon senso farebbe pensare. In questo senso ricorda che grazie al collega Davide Tripiedi si è scoperto che nel fondo usuranti c’era un miliardo e mezzo di euro non utilizzato. Il deputato pentastellato spiega che sarebbe poi necessario stabilire un’eta di pensionamento variabile a seconda del lavoro che si è svolto, dato che non tutte le professioni sono uguali, anche in termini di fatica e usura. Infine, Cominardi non nasconde che l’Ape potrebbe aiutare il Governo a far sembrare che la disoccupazione sia diminuita, dato che i maggiori beneficiari sarebbero coloro che hanno perso il lavoro a pochi anni dalla pensione.
Il prossimo martedì 27 settembre è atteso nei palazzi del Ministero del Lavoro un importante incontro sulle pensioni tra il Governo ed i sindacati con l’obiettivo di trovare un’intesa su alcune questioni riguardanti il sistema pensionistico. In particolare l’attenzione è rivolta all’Ape, lo strumento che dovrebbe consentire l’uscita anticipata dal mondo del lavoro. A tal proposito, la Uil nella persona del segretario confederale Domenico Proietti fa sapere: ” Per quanto riguarda l’ proposta dal Governo ci stiamo battendo affinché l’Ape sociale sia a costo zero per i disoccupati di lungo corso, per chi svolge lavoro di cura assistendo un familiare disabile e per i lavoratori che svolgono mansioni particolarmente faticose, come operai del settore edile, insegnati della scuola primaria e d’infanzia, alcune tipologie di infermieri, personale marittimo imbarcato, macchinisti ed autisti.”.
Per i lavoratori precoci si accende una nuova speranza. Se la riforma delle pensioni che il Governo sta mettendo a punto per inserirla nella Legge di bilancio non dovesse infatti essere soddisfacente, Sel è pronta a presentare emendamenti e interrogazioni per far sì che si possa raggiungere il traguardo di Quota 41. Gli onorevoli Scotto e Placido hanno dato tali rassicurazioni ad alcuni rappresentanti del gruppo Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti. I quali hanno ricevuto anche “l’incoraggiamento” di Titti Di Salvo e Davide Trepiedi, deputati rispettivamente di Pd e Movimento 5 Stelle. I lavoratori precoci si preparano in ogni caso a essere presenti il 27 settembre sotto la sede del ministero del Lavoro dove Governo e sindacati si incontreranno proprio sul tema della riforma delle pensioni.
Nella riforma delle pensioni allo studio del Governo verrà cancellata l’onerosità delle ricongiunzioni contributive. Lo ha detto ieri partecipando alla trasmissione Mi Manda Raitre Titti Di Salvo. La deputata del Pd, che siede in commissione Lavoro, ha anche aggiunto un dettaglio importante per coloro che sperano in una proroga di Opzione donna. L’esecutivo, infatti, si era impegnato nella scorsa Legge di stabilità a far sì che eventuali risparmi dei fondi stanziati per Opzione donna venissero utilizzato per una sua proroga. E Di Salvo ha confermato che “sarà fatto così”.
Lunedì 26 settembre, alla vigilia dell’incontro tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni, alle 16:30, presso la sede nazionale del Pd, alcuni deputati dem, tra cui Cesare Damiano e Maria Luisa Gnecchi, terranno un incontro riguardo “l’agenda sociale” già presentata a luglio. Come noto, uno dei capitoli dell’agenda riguarda le pensioni, con la richiesta della flessibilità, di interventi per precoci ed esodati, di revisione del meccanismo di adeguamento all’aspettativa di vita, oltre che di misure per aiutare i giovani che dovranno fare i conti con un sistema contributivo puro.
Mentre si attende il confronto tra il Governo e i sindacati sulla riforma delle pensioni, Renata Polverini, esponente di Forza Italia, lancia un duro affondo nei riguardi dell’attuale presidente dell’Inps, Tito Boeri. La Polverini sottolinea come Boeri stia deviando previdenza pubblica al privato: “È inaccettabile che il Presidente dell’Inps, Tito Boeri, continui a mistificare i costi della previdenza pubblica. È’ evidente infatti che il suo obiettivo è quello di ‘deviare’ verso il privato la gestione della stessa, troppo onerosa, secondo Boeri, per le casse dello Stato. Abbiamo assistito, sin dal suo insediamento, a pesanti campagne diffamatorie nei confronti dei lavoratori non ultima quella rivolta ai ferrovieri e autoferrotranvieri, accusati di percepire da pensionati una cifra più alta rispetto ai contributi versati durante gli anni di servizio. Il Presidente dell’Inps si investe in maniera autonoma, scalzando l’indirizzo del Parlamento e dell’Esecutivo, di un potere politico che non dovrebbe esercitare”.
Paolo Capone ammette che l’Ape “non è una soluzione che ci piace”. Intervistato dall’Italpress, il Segretario generale dell’Ugl spiega che il sindacato aveva chiesto al Governo di cambiare la riforma delle pensioni targata Fornero, ma l’esecutivo ha fatto capire che ciò non può avvenire. “Il governo non ha risorse da mettere su questa partita e ha inventato un meccanismo per cui si può andare in pensione tre anni prima, ma si paga l’anticipo con le proprie risorse. Questo non ci piace, perché intervengono le banche, c’è un interesse da pagare. Stiamo lavorando insieme al sottosegretario Nannicini almeno per ampliare il può possibile la platea di quelli che non pagheranno gli interessi”, aggiunge.
C’è grande attesa per il previsto incontro sulle pensioni tra Governo e sindacati, in programma per il prossimo martedì 27 settembre, nel quale si tornerà a parlare di riforma delle pensioni ed in particolare delle modalità con cui sarà permesso ai lavatori di uscire in maniera anticipata dal mondo del lavoro. Intanto arrivano altre notizie che riguardano ugualmente il mondo delle pensioni. Nello specifico con la bocciatura della cosiddetta norma anti-badante che era stata proposta per contrastare il sempre più diffuso fenomeno dei matrimoni di comodo. Una norma che si basava sul taglio delle pensioni di reversibilità nel caso il matrimonio prevedesse una marcata differenza di età tra i due coniugi (oltre i venti anni) con aliquota valutata anche in funzione della durata del matrimonio. Ebbene i giudici della Corte Costituzionale hanno sancito come sia illegittima tale norma in quanto lega la pensione di reversibilità alla differenza di età e alla durata del matrimonio. Risulta pertanto incoerente con la funzione di solidarietà che caratterizza questa prestazione previdenziale senza poi dimenticarsi dell’aspettativa di vita in continua crescita.