-In attesa che Marianna Madia, Ministro per la Pubblica Amministrazione, riesca a trovare la quadra per quanto riguarda il contratto dei dipendenti statali, che auspicano di ottenere di pari passo un rinnovo e un aumento degli stipendi, i sindacati sono sul piede di battaglia. Attraverso una lettera indirizzata alle Commissioni parlamentari che si stanno occupando del nuovo Testo Unico del pubblico impiego, i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil hanno fatto presente la loro richiesta per cui sia la contrattazione e non la legge a stabilire l’eventuale stop ai premi di produzione in caso di assenteismo. A riportarlo è la sezione economica de Il Messaggero, sottolineando come nella missiva si possa leggere che “deve essere la contrattazione a stabilire quali forme di premialità, che legate ai tassi di presenza, disincentivino e contrastino eventuali fenomeni anomali di assenteismo». Per queste ragioni i sindacati sollecitano “la cassazione” dalla riforma delle clausole di “riduzione delle risorse destinate al trattamento accessorio”. (agg. di Dario D’Angelo)
Mentre si attende ancora un “colpo” dall’Aran e dal ministero Pa per l’inizio delle ultime trattative sui contratti statali e sull’intera discussione della Riforma Madia sul settore pubblico, proseguono le varie polemiche di molti comparti statali che non sono per nulla soddisfatti dalle misure e le cifre contenute nella Manovra. «Dopo il comma 236 della Legge Finanziaria 2015 le conferme contenute nel decreto delegato della Legge Madia, dei tagli delle risorse per il salario accessorio, hanno definitivamente vanificato gli obiettivi contenuti nell’art. 22 del Patto della salute in tema di valorizzazione delle risorse umane, sviluppo di carriera, accesso dei professionisti al SSN», scrive sul Quotidiano della Sanità Guido Quici, Vice presidente vicario Cimo.
Per il dirigente i ritardi e gli errori del ministero sono molteplici e si augura nelle nuove trattative di poter vedere qualche lieve miglioramento: «i ritardi sulla riorganizzazione della rete ospedaliera e sulla determinazione del fabbisogno di Medici, impediscono l’attuazione delle norme ad hoc previste dalle leggi di bilancio 2016 e 2017 che consentono l’applicazione del DPCM sul precariato per assicurare la sicurezza nelle cure e l’erogazione dei LEA». La proposta che arriva dai professionisti sanitari e indirizzata verso i ministri Madia e Lorenzin è volta a garantire un contratto di lavoro che tenga conto dei vari aspetti peculiari della stessa professione sanitaria, «ad esempio, la capacità di utilizzare gli strumenti di Governo Clinico o, magari, di essere valutati sul piano clinico-assistenziale», conclude il vice presidente di Cimo..