La pausa estiva è cominciata anche per i “protagonisti” del tavolo trattative per il rinnovo dei contratti statali: in questi giorni abbiamo osservato quali e quante promesse sono state effettuate in viste delle prossime decisive tappe. La vicenda va avanti da oltre 8 anni, ma i prossimi 4 mesi saranno decisivi per vedere se l’Aran, il ministero Pa e il Governo sapranno mantenere la promessa messa in calce lo scorso 30 novembre. Secondo il ministro Madia fine 2017 coinciderà con il reale aumento medio generale per tutti i dipendenti della Pubblica Amministrazione; prima di salutare tutti e partire per le vacanze, i sindacati all’ultimo tavolo presso l’Aran – riaggiornando le trattative al prossimo 31 agosto – hanno espresso i punti chiave sotto ai quali non si potrà andare nei prossimi mesi. «Aumento tabellare di 85 euro medi, sblocco del turnover in primis per i precari e i vincitori di concorso, agevolazioni fiscali sulla produttività individuale, welfare contrattuale, risorse per il salario accessorio e la tutela delle identità professionali, saranno i temi intorno ai quali la Cisl Fp vuole costruire un accordo serio per ridare dignità e valore al lavoro pubblico e a chi manda avanti il sistema dei servizi del nostro Paese», ha riportato nella nota sindacale Maurizio Petriccioli, Commissario della CISL FP.
IL NODO-RISORSE
A fine giugno il ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, aveva promesso lo sblocco dei contratti statali, con il via libera alle trattative Aran-sindacati e una riflessione sulle risorse economiche necessario per completare l’aumento degli stipendi PA. Se per il primo punto la promessa è stata mantenuta, sul secondo qualche dubbio in più rimane, con il rinvio agli studi della prossima Manovra Economica che dovrebbe certificare il numero di miliardi di euro necessari per sostenere l’intera operazione. Molti sindacati e le opposizioni sono ovviamente scettici sulla reale possibilità del rinnovo a quelle cifre degli stipendi nella Pubblica Amministrazione, ma il governo su questo punto mantiene ancora riservo. Le trattative riprenderanno tra non meno di quindici giorni, ma secondo le stime che ormai circolano da mesi, sarebbero 5 i miliardi di euro necessari per sobbarcarsi l’intera operazione di rinnovo contratti pubblici e riforma della Pubblica Amministrazione. A settembre il ministro Padoan dovrà decidere quali e quante risorse saranno da destinare alla Pa ma sarebbero circa 2 i miliardi progettati, cui andrebbero sommati gli 1,2 mld già stanziati. A questo punto il grosso sarebbe fatto ma mancherebbero comunque all’appello 2,8 miliardi di euro da trovare con altri stanziamenti, a meno di non modificare l’accordo con i sindacati che però a quel punto isserebbero le barricate, avendo già stradetto in tutti i modi che di passi indietro all’accordo del 30 novembre 2016 non ve ne saranno. Buona fine estate, a settembre ce ne saranno delle belle…