Potrebbe sembrare una buona notizia quella relativa alla legge varata in Islanda sulla parità di stipendio tra uomini e donne. In realtà non è proprio così. PAOLA LIBERACE

Potrebbe sembrare una buona notizia il fatto che in Islanda la parità di stipendio tra uomini e donne d’ora in avanti sarà obbligatoria nelle aziende e negli uffici pubblici con più di 25 dipendenti. E invece, per chi ha realmente a cuore la “diversity”, la valorizzazione professionale della varietà umana in tutte le sue forme – colore della pelle, età anagrafica, orientamento sessuale e ovviamente genere – si tratta di un segnale preoccupante. La legge approvata nell’isola nordica, difatti, agisce come una livella sulle qualità personali del dipendente, tra le quali non soltanto quelle più comunemente ricordate quando si parla di rispetto e diritti umani, ma anche quelle più propriamente valorizzate sui luoghi di lavoro. 



Leggi anche

I NUMERI/ “In Italia ceto medio dimezzato in 20 anni (35%), il 74% dei giovani non vede opportunità”Riforma pensioni 2025/ Bonus Giorgetti, esenzione fiscale estesa alla Pa (ultime notizie 5 dicembre)