FRANCHINI (M5S) SU QUOTA 41 E QUOTA 100
Carla Franchini, candidata del Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni politiche, ha evidenziato come Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, in questa campagna elettorale, stiano di fatto facendo proposte che i pentastellati avanzano da anni. Quindi ha voluto sottolineare che “con noi nessuno resterà indietro. Mai più”. Il riferimento è agli interventi indirizzati alle fasce più deboli, come il reddito di cittadinanza. “Pensione minima di 780 euro netti al mese a tutti i pensionati e di 1.170 euro netti al mese per una coppia di pensionati e reddito di cittadinanza per chi non ha lavoro oppure lo ha perso”, ha detto Franchini secondo quanto riportato da newsrimini.it. La pentastellata ha poi ricordato che “cancelleremo la legge Fornero attraverso l’introduzione della Quota 100 e della Quota 41: ovvero si andrà in pensione, nel primo caso, quando la somma dell’età anagrafica e degli anni di contributi versati dovesse dare risultato 100; si andrà in pensione, invece, nel secondo caso, dopo 41 anni di contributi versati, senza considerare, in nessun modo, l’età anagrafica”.
LETTERA DEGLI ESODATI A PADOAN
Antonio Boccuzzi, deputato del Pd, ha consegnato, durante un evento tenutosi a Torino, una lettera del Comitato esodati licenziati e cessati a Pier Carlo Padoan. Nella lettera (di cui trovate qui il testo completo) si esprime preoccupazione per i toni della campagna elettorale, che sembra contrassegnata da promesse destinate a far crescere le misure assistenziali senza curarsi troppo dei conti pubblici, quando ci vorrebbe invece competenza ed equità. “Competenza ed equità che, pur tra le rigide esigenze di bilancio, vanno riconosciute alla Commissione Lavoro uscente per i 150.000 ex lavoratori salvaguardati, sebbene altri 6.000 esodati restino tutt’ora abbandonati all’indigenza”, scrive il direttivo del Comitato, ricordando che salvaguardare questi 6.000 esodati è “un’esigenza costituzionale laddove sussistono iniquità tali per le quali, tra due soggetti con identici requisiti, la legge introduce una sperequazione nel diritto”. In questa campagna elettorale bisognerebbe quindi ascoltare l’impegno delle forze politiche a sanare questo vulnus costituzionale.
CONASFA CHIEDE MODELLO CONTRIBUTIVO PER ENPAF
Conasfa, la Federazione delle associazioni dei farmacisti non titolari, ritiene che sia opportuno “accelerare la riforma previdenziale dell’Enpaf verso il modello contributivo che risolverebbe automaticamente gran parte delle criticità già indicate negli anni passati, adeguare l’importo della pensione oggi insufficiente per il sostentamento del pensionato e rendere più equo il regolamento”. È quanto si legge in un articolo di farmacista33.it, nel quale si segnala anche la contrarietà della Federazione alla proposta, presentata da Federfarma e Fenagir, di cambiare la destinazione del contributivo oggettivo dello 0,9% del fatturato Ssn in una forma aggiuntiva di prestazione pensionistica per chi lo versa, in quanto tale contributo è da considerarsi frutto del lavoro dei farmacisti e non già dei titolari di una farmacia.
LE PAROLE DI LANDINI E CANTONE
Secondo Maurizio Landini, in Italia “è necessaria una riforma delle pensioni”. “Abbiamo manifestato, come Cgil, il 2 dicembre scorso per dire al Governo che non andava bene difendere la legge Fornero e per dire al nuovo governo che verrà che quello è un punto di fondo da cui partire”, ha detto il sindacalista, che, secondo quanto riporta Il Denaro, ha evidenziato che “oggi i giovani non solo non hanno lavoro, ma in futuro non avranno una pensione” e “non bisogna essere un professore universitario per capire che non può funzionare portare l’età pensionabile a 67 anni e poi denunciare che c’è la disoccupazione giovanile”.
Anche Carla Cantone, ex Segretaria generale dello Spi-Cgil, dà contro la Legge Fornero. Intervistata da Democratica, il sito di informazione del Pd, ha detto che “ogni governo che è arrivato ha messo le mani nelle tasche dei pensionati. Il colpo di grazia lo hanno dato Monti e la Fornero. La colpa più grave di quella riforma è la stortura dell’età pensionabile, perché, lo capisce anche un bambino, non tutti i lavori sono uguali e la parola d’ordine è flessibilità”. Diverso però il giudizio dei due sindacalisti su quanto fatto dal Governo Gentiloni e da quello Renzi. Per la leader della Ferpa, il sindacato europeo dei pensionati, “i governi del Pd con l’Ape volontaria e l’Ape social, con il recupero degli esodati e la rivalutazione delle pensioni, sono stati i primi” a comprendere che le cose andavano cambiate. Anche se, a suo modo di vedere, “c’è ancora molto da fare”. Motivo per cui ha deciso di candidarsi alle prossime elezioni proprio nelle fila del Partito democratico.
NIDIL-CGIL CONTRO AUMENTO CONTRIBUTI COLLABORATORI
A partire dal 1° gennaio l’aliquota contributiva per i collaboratori è pari all’11,41%, contro il 9,19% previsto per i lavoratori dipendenti. Per questo il Nidil-Cgil chiede un intervento per far sì che questa disparità venga meno, anche perché i compensi dei collaboratori sono già spesso bassi e rischiano così di vedersi ulteriormente ridotti. Il sito di Rassegna sindacale riporta alcune considerazioni del Nidil, secondo cui “è corretta la parità contributiva fra dipendenti e collaboratori nell’ottica di una migliore prospettiva pensionistica (anche se da sola non sufficiente)”, tuttavia le richieste fatte negli ultimi anni affinché ci si muovesse in tale direzione non sono state ascoltate. Dunque per il Nidil-Cgil è necessario battersi per “il ripristino di una condizione di equità e non discriminazione fra i lavoratori, promuovendo, anche per via di accordi contrattuali, il recupero di un corretto riparto dell’aliquota contributiva che tuteli i compensi dei collaboratori”.