CORTE DEI CONTI: “LEGGE FORNERO INTOCCABILE”
Il monito lanciato dalla Corte dei Conti è netto e spegne, per ora, le velleità del Governo gialloverde di smontare pezzo dopo pezzo la Legge Fornero: nel rapporto 2018 sul coordinamento della Finanza Pubblica, la Corte dei Conti ha spiegato che «Sono stretti, se non del tutto esauriti, gli spazi per ulteriori attenuazioni degli effetti correttivi, a meno di un ripensamento complessivo del sistema». La magistratura contabile, in sostanza, dice a Salvini e Di Maio che per importare la Quota 100 al posto della Fornero ancora non è possibile farlo, almeno in questo anno: «È cruciale non creare debito pensionistico aggiuntivo perché nei prossimi anni il bilancio pubblico sarà fortemente condizionato dall’invecchiamento della popolazione e dalle modifiche della struttura demografica. Il che potrebbe avere effetti sulla spesa per la protezione sociale, previdenza-assistenza-sanità, più acuti di quanto finora atteso». In ultima analisi, secondo la Corte dei Conti è essenziale che le istituzioni preservino i miglioramenti di fondo che «il sistema previdenziale ha realizzato in questi decenni e ogni elemento di possibile flessibilizzazione dell’attuale sistema dovrebbe contemplare compensazioni in grado di salvaguardare la sostenibilità finanziaria di lungo periodo», spiega il rapporto dedicato al 2018.
L’IMPEGNO DI SALVINI SU QUOTA 100 E QUOTA 41
Matteo Salvini chiarisce che varare una riforma delle pensioni introducendo Quota 100 e Quota 41 non è tanto un suo obiettivo politico, ma personale. “L’abolizione della legge Fornero era e rimane un mio obiettivo, non politico, ma umano personale: reintrodurre già da quest’anno quota 100, con l’obiettivo di tornare a quota 41”, ha detto il ministro dell’Interno intervistato da Rtl 102.5. Secondo quanto riporta Askanews, il leader della Lega ha anche detto di non curarsi molto di quanti si oppongono a questo suo obiettivo, anche perché “restituire il diritto alla pensione significa aprire quei posti di lavoro a tantissimi giovani che altrimenti sono costretti a salvare e il futuro dell’Italia si fonda sul fatto che i giovani rimangano e non scappano”. “Più mi dicono che la legge Fornero non si può toccare, più mi convinco che bisogna farlo in fretta e ci stiamo già lavorando”, ha aggiunto.
SU QUOTA 100 L’IPOTECA DELLA CORTE DEI CONTI
Luigi Di Maio ha detto che verrano vagliate tutte le ipotesi di riforma delle pensioni all’insegna di Quota 100, in modo da scegliere quella più conveniente. Tuttavia, la Corte dei Conti, nel suo rapporto sul coordinamento della finanza pubblica presentato proprio ieri, ha evidenziato l’importanza di “preservare i miglioramenti di fondo che il sistema previdenziale ha realizzato in questi decenni”. Ciò anche se la correzione della spesa previdenziale “effettuata con la legge Fornero è stata brusca”. È quindi come se venisse riconosciuto il “contraccolpo” che ha avuto la riforma delle pensioni del 2011 che di fatto Lega e Movimento 5 Stelle hanno promesso di “smantellare”, ma nel contempo si facesse capire che la spesa pensionistica non può essere aumentata. Dunque, se il ministro del Lavoro vuole dare ascolto alla Corte dei Conti, dovrà scegliere la combinazione di Quota 100 meno costosa.
SERRACCHIANI: APE E OPZIONE DONNA STRUTTURALI
All’iniziativa “Pensioni, adesso risposte concrete”, organizzata dalla Cgil, ha partecipato anche Debora Serracchiani, in qualità di capogruppo del Partito democratico in commissione Lavoro della Camera. Agenzia Nova riporta alcune sue dichiarazioni, come l’impegno che il Pd si prenderà nel chiedere al Governo di rendere strutturali l’Ape volontaria, l’Ape social e l’Opzione donna. Occorre inoltre proseguire nel solco della rivisitazione di alcune parti della riforma Fornero con un’ulteriore salvaguardia (la nona) e impegnarsi per l’introduzione della pensione di garanzia dei giovani”, ha aggiunto l’ex Presidente del Friuli-Venezia Giulia, secondo cui “qualsiasi intervento non può prescindere da due questioni: il sistema fiscale e il lavoro”. In questo senso ha ricordato che la flat tax, se approvata, vanificherebbe il taglio delle pensioni d’oro.
CORTE DEI CONTI: LEGGE FORNERO BRUSCA, MA NON VA CAMBIATA
Nel rapporto sul coordinamento della finanza pubblica presentato oggi, la Corte dei Conti prende posizione sulla riforma delle pensioni varata nel 201, spiegando che “la correzione effettuata con la legge Fornero è stata brusca, ma è la virulenza della crisi sovrana che l’ha imposta”. In particolare viene evidenziato che “la minore incidenza della spesa in rapporto al Pil derivante dagli interventi di riforma a partire dal 2004 ammonta cumulativamente a 60 punti percentuali fino al 2050”, un effetto che è da ascrivere, viene segnalato, in misura importante proprio alla riforma Fornero. Tuttavia, nello stesso documento si segnala l’importanza di “preservare i miglioramenti di fondo che il sistema previdenziale ha realizzato in questi decenni”. Dunque la Legge Fornero non andrebbe “smantellata”. Semmai, bisognerebbe “auspicare azioni in grado di favorire un aumento del tasso di natalità e di gestire in maniera equilibrata i flussi migratori”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI SUSANNA CAMUSSO
Il sistema pensionistico in Italia “è iniquo e ingiusto e va cambiato”. Parola di Susanna Camusso, che chiede quindi al Governo di varare una riforma delle pensioni, senza guardare però solamente “a coloro che sono vicinissimi alla pensione, anzi paradossalmente forse quella è la questione meno rilevante; la priorità è assicurare un sistema previdenziale ai giovani”. Secondo quanto riporta il sito di Rassegna Sindacale, la Segretaria generale della Cgil, nel suo intervento all’iniziativa “Pensioni, adesso risposte concrete”, ha evidenziato i limiti di una proposta come quella di Quota 100, che creerebbe a “una divisione nel Paese: parla solo agli operai maschi del Nord e a parte del pubblico impiego”, dimenticando quindi di pensare “ai giovani e alle donne”.
Camusso ha anche criticato il meccanismo che lega i requisiti pensionistici all’aspettativa di vita, in quanto “non ha alcuna relazione con il lavoro concreto delle persone, non considera per nulla importante o rilevante quanti anni si lavora”. Una delle ragioni per cui ritenere che in Italia “abbiamo il peggiore sistema previdenziale d’Europa, non risponde alle esigenze delle persone, in particolare dei giovani, non risponde al principio di giustizia, è pieno di iniquità e non aiuta il sistema produttivo”. La sindacalista si è detta quindi pronta quindi a sfidare il Governo sul terreno delle pensioni e ha anche criticato il precedente esecutivo, ricordando che “abbiamo chiesto un segnale sui giovani e le donne con tutta la gradualità possibile, la proposta è scomparsa dal tavolo. Si è fatto un errore e così si è potuta costruire la demagogia della campagna elettorale, a chi la sparava più grossa”.