DELLA VEDOVA CONTRO DI MAIO
Benedetto Della Vedova critica Luigi Di Maio e le sue dichiarazioni sull’Europa, con tanto di minaccia di bloccare i contributi che l’Italia versa al bilancio Ue. Il vicepremier aveva peraltro dichiarato che con i 20 miliardi che Roma deve a Bruxelles si potrebbe fare una riforma delle pensioni con Quota 90 anziché Quota 100. Tuttavia per il coordinatore di +Europa, Di Maio “non dice che il contributo è molto meno (14 miliardi nel 2016) e che ne ritorna in Italia oltre l’80% (11,5 miliardi); promette pensioni ai cinquantenni esattamente come Farage prometteva 350 milioni di sterline a settimana per la sanità dopo la Brexit salvo poi rimangiarsi tutto”. Sul suo profilo Facebook, Della Vedova chiede quindi a Di Maio di far sbarcare i migranti della Diciotti piuttosto che “sparare numeri a caso e annunciare misure sfascia-conti che inguaierebbero l’Italia”.
QUOTA 100 FLESSIBILE A SPESE DELLE IMPRESE
Non emergono dettagli in più sulla cosiddetta Quota 100 flessibile, che secondo Il Sole 24 Ore potrebbe rappresentare una riforma delle pensioni a “basso costo” per il Governo Conte. “In sostanza si vuole ricalcare alcuni strumenti che già sono in vigore per alcune categorie, a volte frutto di accordi tra sindacati e associazioni datoriali. In particolare gli scivoli a carico delle aziende o le staffette generazionali finanziate con fondi di categoria. Notizie per il momento vaghe. Unico punto fermo, a pagare gli anticipi non è lo Stato, ma le aziende. A parte le situazioni come le crisi aziendali, dove ci potrebbe essere un intervento pubblico”, spiega Il Giornale. Che quindi chiarisce che a finanziare questa misura previdenziale non sarebbe lo Stato, a meno di situazioni particolari. Resta da capire se per le imprese chiamate a farsi carico dei costi del pensionamento anticipato dei propri lavoratori non potrebbe essere meglio usare l’Ape aziendale.
BOCCIA: NON SI PARLI SOLO DI PENSIONI E MIGRANTI
Vincenzo Boccia è tornato a commentare l’ipotesi di riforma delle pensioni del Governo. Parlando proprio con ilsussidiario.net, il Presidente di Confindustria ha spiegato che flat tax, reddito di cittadinanza e riforma delle pensioni “si possono conseguire se si ha la pazienza di varare un progetto di medio termine che parta – questo il nostro suggerimento – dall’alleggerire il peso fiscale su imprese e lavoratori e finisca con l’affrontare un po’ alla volta tutti i punti del contratto di governo”. Intervenendo al Meeting di Rimini, il leader degli industriali ha ribadito il concetto: l’agenda di governo non può riguardare solo pensioni e migranti, ma dovrebbe anzitutto pensare ai giovani e al lavoro. “Possiamo implementare l’agenda italiana partendo da giovani, lavoro e poi inserendo anche pensioni e migranti? In questo modo non mi sembra che nessuno venga rappresentato”, ha detto Boccia.
FELTRI CONTRO SALVINI
Dalle pagine di Libero arriva un “rimbrotto” di Vittorio Feltri destinato a Matteo Salvini, reo di non occuparsi troppo degli imprenditori. “Il governo in carica da mesi, attraverso il famigerato ‘decreto dignità’, ha inflitto alle ditte una serie di provvedimenti capestro che provocheranno disastri all’economia del Paese”, scrive Feltri, che poi va all’affondo: “L’abbassamento dei tributi è rimasto lettera morta. La legittima difesa è ferma. Si tagliano le pensioni a chi ha sborsato le marchette all’Inps per dare soldi a chi, invece, non ha mai mollato un centesimo alla Previdenza. A Roma non si muove foglia. Staticità totale. Questo non giova alla Lega che aveva promesso agli elettori di darsi una mossa su diversi fronti”. Vedremo se il vicepremier darà ascolto meno al giornalista, visto che la Legge di bilancio si avvicina.
RIFORMA PENSIONI, QUOTA 100 MA NON PER TUTTI
Il Governo continua a lavorare alla Legge di bilancio e anche alla riforma delle pensioni che essa dovrebbe contenere. Secondo quanto scrive Il Sole 24 Ore, l’esecutivo “intende garantire l’uscita ai lavoratori con Quota 100 sulla base di due requisiti fissi (64 anni di età e 36 di contribuzione o 65 anni di età e 35 di ‘versamenti’), in attesa di aprire anche il canale delle uscite con 41 (o 42) anni di contribuzione a prescindere dall’età anagrafica”. In sostanza sembrerebbe confermata l’ipotesi del varo della Quota 41 (o Quota 42) solamente in un secondo momento. Ma non è tutto, perché secondo il quotidiano di Confindustria il Governo dovrebbe fare i conti con le ristrettezze delle risorse disponibili e quindi potrebbe varare la Quota 100 solamente “per una platea ristretta” di lavoratori, concentrandosi sulle “uscite collegate alle crisi aziendali, rendendo però in ogni caso flessibili i requisiti anagrafici e contributivi a seconda dei settori di appartenenza (industria, commercio, artigianato e via dicendo)”.
Quindi la Quota 100 potrebbe essere non per tutti i lavoratori e avere dei requisiti diversi a seconda del settore di appartenenza. Di fatto sarebbe un po’ come un’Ape social, ma più ampia. Anche se non è chiaro se tutelerebbe anche chi è senza lavoro (come fa appunto l’Ape social). Secondo Il Sole 24 Ore, il Governo potrebbe anche intervenire sulla previdenza complementare rivedendo la tassazione sui fondi pensione che potrebbero diventare poco appetibili nel caso venga introdotta una flat tax al 15%.