Lega-FdI nella lista nera dell’Ue?/ “Legati a estrema destra”: cosa ha detto l’Europa
Lo studio Ue sull’estremismo di destra e la presunta “lista nera” con Lega e FdI: la protesta di Salvini e Meloni e il contenuto effettivo di quel documento

LEGA-FDI: “L’UE CI HA MESSO IN UNA LISTA NERA”. COSA SUCCEDE?
«La Lega è finita in una lista dei cattivi da isolare»; «Lo studio Ue inserisce Fratelli d’Italia nella lista nera: “la crescita elettorale di Fdi sarebbe uno scenario preoccupante”»: questi due messaggi lanciati rispettivamente da Matteo Salvini (durante la Scuola di Formazione politica della Lega) e Giorgia Meloni (sui social) fanno riferimento ad un unico studio promosso dalla Commissione per le Libertà Civili, la Giustizia e gli Affari Interni intitolato «Rischio penetrazione nelle Istituzioni da parte dei partiti di estrema destra».
Ebbene, subito la notizia dello studio europeo è stato rilanciato dalle segreterie di Lega e FdI, in aperta protesta contro Bruxelles nei giorni in cui già il grado di tensione tra i partiti del Centrodestra e la Commissione Europea è molto alta per via delle raccomandazioni Ue ai conti pubblici italiani (specie sul fronte catasto, tasse e pensioni), In particolare, la leader di FdI Giorgia Meloni sui social scrive: «L’Europa è sempre sul pezzo. Il conflitto in Ucraina apre una crisi economica devastante, tra rincari e carenza di materie di prime. Qual è la risposta del Parlamento europeo?», spiega citando lo studio in cui Fratelli d’Italia sarebbe inserito nella “lista nera”. Ancora Meloni sentenzia: «Deliri ideologici pagati con i soldi pubblici. Basta con questa Europa sempre più prona al mainstream e distante anni luce dagli interessi dei cittadini».
COSA DICE LO STUDIO EVOCATO DA MELONI E SALVINI
Tanto “Libero Quotidiano”, quanto “Pagella Politica” sono andati a pescare il documento originale dello studio Ue per capire cosa davvero abbiano scritto gli analisti di “Asterisk Research and Analysis”, responsabili dello studio sull’Estremismo di destra in Europa.
Ebbene, l’Italia è sempre più colpita dal «crescente successo dei populisti di destra e di partiti estremisti», addirittura «entrati a far parte della politica tradizionale». Il riferimento è implicito e legato a FdI e Lega, entrambi citati come “destra radicale” appena dopo i partiti di “estrema destra” come Forza Nuova e CasaPound. Si legge ancora nel testo: «Partiti politici di destra radicale e nazionalisti, come la Lega e Fratelli d’Italia alle elezioni per il Parlamento europeo nel 2019 hanno ottenuto insieme il 40% dei voti mentre i sondaggi più recenti li danno al 20% ciascuno». Esplicitamente lo studio non scrive che Lega o FdI con la loro crescita elettorale destino uno «scenario preoccupante», ma è anche vero che il solo citarli nel vasto calderone del “problema estremismo” non contribuisce a rendere chiaro il giudizio espresso dall’organo europeo in riferimento al Centrodestra italiano.
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