Secondo gli scienziati l’evoluzione, leggasi il cambiamento che gli organismi possono subire nel tempo, non deve essere limitata solo alla Terra, ma deve riguardare tutte le strutture, anche quelle più complesse, comprese i pianeti. Un’equipe di nove scienziati facenti parte di università, centri di ricerca e organizzazioni americani come la Carnegie Institution for Science, il California Institute of Technology, la Cornell University, l’Università del Colorado, ha quindi chiesto che le leggi della natura e dell’evoluzione vengano estese anche all’universo, elaborando un modello esplicativo. Secondo quanto si legge nella ricerca, vi sarebbe “una legge della natura mancante”, riconoscendo, come si legge sul sito de L’Avvenire, una importante norma nel funzionamento del mondo naturale per la prima volta. Come affermato dai 9 scienziati, la nuova legge specifica che i sistemi naturali complessi si evolvono verso degli stati di maggiore strutturazione, ma anche complessità e diversità.
Con il nuovo lavoro si rivedono in chiave moderna le leggi naturali relative alle forze e al movimento, alla gravità, all’elettromagnetismo e all’energia, che sono state descritte più di centocinquanta anni fa. I 9 scienziati aggiungono cuna legge macroscopica che riconosce l’evoluzione come una caratteristica presente nei sistemi complessi del mondo naturale, formati da componenti diversi come cellule, atomi e molecole, e che possono essere disposti e riorganizzati più volte. Una piccola parte di queste configurazioni sopravvive ad un processo cosiddetto “selezione per funzione”, ma indipendentemente dal fatto che il sistema sia vivente o meno, quando si verifica una nuova conformazione e la funzione migliora, avviene un’evoluzione.
LEGGE DELLA NATURA E DELL’EVOLUZIONE, IL COMMENTO DEGLI AUTORI DELLO STUDIO
Robert M. Hazen, della Carnegie Science, coautore, e capo progetto della ricerca, specifica: “Charles Darwin ha articolato in modo eloquente il modo in cui piante e animali si evolvono per selezione naturale, con molte variazioni e tratti di individui e molte configurazioni diverse. Noi sosteniamo che la teoria darwiniana è solo un caso molto speciale e importante all’interno di un fenomeno naturale molto più ampio; la nozione che la selezione per funzione guida l’evoluzione si applica ugualmente alle stelle, agli atomi, ai minerali e a molte altre situazioni concettualmente equivalenti in cui molte configurazioni sono sottoposte a una pressione selettiva”.
Michael L. Wong, astrobiologo della Carnegie e primo autore dello studio aggiunge: “In questo nuovo lavoro, consideriamo l’evoluzione nel senso più ampio del termine, ovvero il cambiamento nel tempo, che sostituisce l’evoluzione darwiniana basata sui particolari della discendenza con modificazioni. L’universo genera nuove combinazioni di atomi, molecole, cellule, e altro; le combinazioni stabili e in grado di ricreare ulteriori novità continueranno a evolversi; questo che rende la vita l’esempio più eclatante di evoluzione, ma l’evoluzione è ovunque”.