Leo Gullotta ha raccontato di essere nato da una famiglia di umili origini: "Non c'era il latte per tutti a colazione, mia madre attendeva il passaggio delle pecore"
Da ragazzino, Leo Gullotta non aveva assolutamente istinti da attore: “Ero un ometto curioso e durante il tragitto per andare a scuola mi imbattei nel cartellone del centro universitario teatrale. Non sapevo cosa fosse e non ero nemmeno universitario. Mi sono messo in fila, sono entrato: mi hanno chiesto cosa avessi preparato. Ovviamente nulla, allora mi misero davanti una pagina dell’Adelchi, del Manzoni. L’ho letta e me ne sono andato”.
LEO GULLOTTA: “NON HO RIMPIANTI”
A 14 anni, ha rivelato Leo Gullotta a Tv 2000, “una serie di circostanze mi ha portato professionalmente all’inaugurazione del primo anno del Teatro Stabile diCatania, Mario Giusti. Lì sono rimasto 10 anni: tutto quello che so l’ho imparato là dentro. Ho appreso anche dal siparista, perché tirare un sipario è un’arte”.
Da lì è arrivato “Il Bagaglino“, ma non solo: “È con la scelta dei progetti che si fa la differenza. Rimpianti? Non ne ho. Per quello che ho avuto, con genitori fantastici e un quartiere popolare dove la vita ti si presenta davanti prima del previsto, bisogna ricordarsi sempre di guardare avanti, essere curiosi, sapere. Anche adesso, dopo 56 anni di lavoro, occorre diversificare. La paura di perdere l’affetto del pubblico sul personaggio ti fa insistere sulla stessa cosa e avviene la timbratura”.