Libano, il governo approva un piano per disarmare Hezbollah, il leader del gruppo sciita Naim Qassem: "Richiesta che per noi non esiste"
Libano, il governo determinato a chiedere il disarmo di Hezbollah e dei gruppi armati, sta mettendo in atto un piano per il controllo delle armi, che dovranno essere in possesso soltanto ai membri autorizzati dell’esercito nazionale. Dopo l’appello ufficiale del presidente Joseph Aoun che aveva espressamente annunciato provvedimenti se il movimento sciita non avesse accettato alla rinuncia, è arrivata la conferma del primo ministro Nawaf Salam, che al termine di una riunione di gabinetto tenutasi martedì scorso ha dichiarato: “Le autorità hanno ordinato la rimozione totale di tutte le armi dalle milizie e la consegna all’esercito libanese entro la fine dell’anno“.
La decisione sembra aver trovato al momento molti consensi, soprattutto da parte degli storici oppositori politici di Hezbollah, ma d’altra parte ha provocato anche molte critiche e proteste, tra cui quelle di membri del governo affiliati con l’organizzazione, come il ministro dell’Ambiente e il ministro della Salute, che hanno abbandonato l’aula subito dopo l’annuncio, sostenendo che questo provvedimento rappresenti un “favore all’agenda israeliana e statunitense“.

Hezbollah respinge la richiesta di disarmo del governo: “Agiremo come se la decisione non esistesse”
Dopo la prima storica richiesta di disarmo, arrivata ufficialmente da parte del governo libanese, il segretario generale di Hezbollah ha rilasciato alcune dichiarazioni, nelle quali ha respinto con fermezza questa possibilità. Naim Qassem, in qualità di leader del movimento politico sciita ha infatti ribadito che da parte dell’organizzazione non esiste alcuna volontà di collaborare e piegarsi ad una minaccia intimidatoria arrivata per fare un favore a Israele.
Parlando poi dell’accordo sul cessate il fuoco con Israele, ha ricordato: “Il governo israeliano ha continuato a violare l’accordo e continua la sua aggressione, lanciando attacchi aerei, eseguendo omicidi con droni, violando lo spazio aereo libanese e mantenendo la sua occupazione su vaste aree del territorio libanese“, sottolineando che il possesso di armi da parte dei miliziani resta necessario proprio per evitare una futura nuova invasione del “nemico sionista”. La leadership libanese sembra tuttavia determinata a riacquistare il controllo di tutto il territorio anche imponendo il monopolio delle armi e sta lavorando ad un piano concreto che potrebbe essere approvato già entro fine agosto per poi arrivare al completamento degli obiettivi prima della fine del 2025.
