Libertà religiosa in Europa/ Acs: persecuzione educata, fede relegata a sfera privata
Libertà religiosa, il rapporto Acs 2021 sull'Europa: cresce la "persecuzione educata", con la fede relegata ad ambito privato. “Rischio per leggi su crimini d'odio”

Dopo aver introdotto il nuovo Rapporto Acs 2021, iniziamo una rassegna di focus approfonditi sullo stato della libertà religiosa nei singoli Continenti del mondo: iniziamo dall’Europa, ovvero dalla zona globale dove si dovrebbero avere – in teoria – meno violazioni delle libertà personali finanche di culto e religiosità. Così in effetti viene confermato dal Rapporto annuale di Aiuto alla Chiesa che Soffre (la Fondazione pontificia che da 15 anni stila un dettagliato report sulle persecuzioni contro i fedeli in ogni parte del mondo), anche se viene purtroppo registrato l’aumento della “persecuzione educata”: Il termine – si legge nel rapporto – «riflette l’ascesa di nuovi “diritti” o norme culturali che, come afferma Papa Francesco, consegnano le religioni “all’oscurità della coscienza di ciascuno, o alla marginalità del recinto chiuso delle chiese, delle sinagoghe e delle moschee”». Tali nuove norme culturali e politiche, spiega ancora il rapporto, «fanno sì che i diritti dell’individuo alla libertà di coscienza e di religione entrino in un profondo conflitto con l’obbligo giuridico di rispettare queste norme».
IL RAPPORTO ACS SULL’EUROPA
La persecuzione “educata” – ma tutt’altro che positiva – viene rilevata in notevole crescita nell’ultimo anno, complice le limitazioni imposte dai Paesi europei per la pandemia Covid-19: «Molti Stati europei, così come gli USA e il Canada, hanno imposto misure per proibire o limitare severamente il culto pubblico anche durante la Settimana Santa, Yom Kippur e Ramadan». Non è un segnale di “novità” ma una crescita molto veloce di un fattore già presente da tempo: sempre il Rapporto Acs registra poi come in diversi Paesi della regione OSCE «il diritto all’obiezione di coscienza per motivi religiosi degli operatori sanitari e dei farmacisti non è più significativamente tutelato dalla legge».
Particolare il passaggio del Rapporto – e di strettissima attualità in Italia con la calendarizzazione del Ddl Zan nei prossimi giorni – dove si discute della legislazione sull’uguaglianza e sui crimini d’odio: secondo la Fondazione pontificia, «Queste leggi criminalizzano atti che possono essere interpretati come mirati a “fomentare l’odio”. Tuttavia, anche la semplice espressione, perfino in ambienti privati, di idee coerenti con la religione e l’insegnamento morale di varie fedi, tra cui Ebraismo, Islam e Cristianesimo, potrebbe essere considerata come “un’istigazione all’odio”. Ampliare la definizione di odio costituirebbe una seria minaccia all’esercizio significativo del diritto fondamentale alla libertà religiosa, oltre che a quello della libertà di espressione». Da ultimo, il focus del Rapporto sull’Europa prende spunto dalle dichiarazioni dell’arcivescovo Paul Richard Gallagher, Segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati: «L’incapacità di comprendere il ruolo appropriato della religione sulla scena pubblica e la portata della pratica religiosa per l’individuo continua ad alimentare sentimenti e manifestazioni di intolleranza e discriminazione contro i cristiani, quello che potrebbe essere definito l’ultimo pregiudizio accettabile in molte società».
Qui il report Acs su tutti gli Stati dell’Europa – Qui il Rapporto Acs 2021 in sintesi
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