Il cardinale Gianfranco Ravasi è intervenuto all'incontro 'Etica e Impresa' di Comin & Partners: il suo intervento sul valore della persona nel lavoro

Dopo aver partecipato alla stesura del quinto numero della rivista Comprendere, il cardinale Gianfranco Ravasi ha oggi partecipato all’incontro organizzato da Comin & Partners, nella cornice della sede romana dell’agenzia di comunicazione e dedicato – così recita il titolo dell’evento – a “Etica e Impresa”: un contributo importante che ha ricordato che l’economia non può e non deve tralasciare l’importanza del valore umano, dell’etica e della filosofia morale, superando l’attuale logica meramente incentrata sulla finanza e sul mercato.



Non a caso, il cardinale Ravasi è partito dal ricordare che l’economia deve essere uno dei più importanti strumenti per valorizzare “la persona come il centro di ogni relazione sociale ed economica”, perché, se si dovesse perdere di vista “la centralità dell’umano, del valore trascendente della persona e della comunità”, la conseguenza più ovvia ed immediata non può che essere un generale impoverimento morale degli attori economici, ridotti e piegati alla logica della “mera convenienza economica”: secondo il cardinale Ravasi, infatti, l’economia deve sempre perseguire “un fine più alto”, superiore alla ricerca “del profitto”, guardando “al bene comune e alla dignità della persona”, con l’obiettivo ultimo di “costruire una società più giusta” e una nuova logica economica che non sia solamente “fine a se stessa”.



Il cardinale Ravasi all’incontro di Comin & Partners: “La persona non può essere ridotta ad una mera risorsa economica”

Non solo, perché oltre a superare le logiche meramente utilitaristiche, l’economia – nella visione del cardinale Ravasi – dovrebbe far sì che la persona non sia solamente “una mera risorsa” da sfruttare per perseguire un guadagno, ma debba essere messa “al centro della relazione sociale e del lavoro”, ponendo in primissimo piano “la dignità” dei lavoratori: se le imprese non sono in grado di perseguire questa visione, secondo il cardinale si va a perdere “il significato stesso del lavoro e della comunità”, ignorando quei “valori trascendenti come il bene, la giustizia e la verità” che dovrebbero essere la bussola del “progresso economico e sociale”.

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