Un protocollo d’intesa per la gestione degli immobili confiscati, come comunicato da LombardiaNotizie, è stato firmato alla Prefettura a Milano dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, dal direttore dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC), prefetto Bruno Corda e dal presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) Lombardia, Mauro Guerra, alla presenza del ministro dell’interno, Matteo Piantedosi.
Il documento ha valenza triennale e prevede la valorizzazione dei beni, attraverso il recupero e la disposizione di un nuovo utilizzo. Dei 3.163 immobili confiscati in Lombardia, 1.591 sono destinati agli enti territoriali e al demanio dello Stato, 1.572 sono in gestione e da destinare. La maggior parte si trova a Milano. Nel periodo tra il 2019 e il 2023 la Regione ha già erogato contributi per 6,8 milioni di euro e attraverso questi fondi sono stati finanziati 112 progetti presentati da 60 Enti locali e 5 Associazioni concessionarie di beni. Adesso il lavoro andrà avanti con il nuovo protocollo sottoscritto nelle scorse ore.
Lombardia, c’è intesa su immobili confiscati: il nuovo protocollo
Il presidente della Regione Attilio Fontana ha ribadito l’impegno della Lombardia nella gestione degli immobili confiscati nel corso dell’incontro alla Prefettura a Milano. “Vogliamo allargare ulteriormente la collaborazione tra gli attori coinvolti nel processo di valorizzazione dei beni e mettere a disposizione il ‘Viewer beni confiscati’ quale strumento informativo e di supporto. Quello lombardo è il primo esempio sul territorio nazionale di un sistema di geolocalizzazione dei beni confiscati che permette la visualizzazione e consultazione della posizione georeferenziata dei beni immobili sequestrati e confiscati sul territorio regionale”, ha affermato.
Grande soddisfazione anche da parte del ministro Matteo Piantedosi. “Viviamo una stagione di forte impegno antimafia, sia sul fronte della cattura di pericolosi latitanti che su quello del contrasto agli interessi criminali. È per questo che l’intesa sottoscritta oggi assume un grande significato, non solo simbolico. L’utilizzo, per finalità sociali o istituzionali, dei beni confiscati alle organizzazioni criminali, se da un lato consente di mitigare gli effetti negativi che le attività illegali hanno prodotto sul territorio, dall’altro concorre a creare le condizioni per lo sviluppo sociale ed economico di quelle aree, generando un circolo virtuoso di legalità e sicurezza che favorisce il senso di fiducia dei cittadini nelle Istituzioni”, ha commentato.